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martedì 16 aprile 2013

Forti Scossoni sulle commoditys 15/04/2013

Ieri 15/04/3013 è stata una  giornata interessante.Molto interessante. Si è verificato il crollo definitivo dell'oro. Come avevo segnalato l'8 Gennaio 2013 nel mio primo post sul blog.
Ma precisamente :
Natural Gas -2,01% a 4,137
Gold -9,34% a 1361,1
Silver -11,28% a 23,361
Platinum -4,75% a 1424,8 (finalmente costa più dell'oro)
Wti Crude oil -2,83% a 88,71
Wheat -2,94% a 693,75
Corn -1,78% a 646,75
Soyebean -1,27% a 1395
Palladium -5,94% a 667
Cotton -1,46% a 84,33
Lumber -2,42% a 362,4

Il crollo dei metalli preziosi ha influenzato il mercato delle commoditys; nonostante ieri i mercati azionari abbiano chiuso in rosso:
Ftse Mib -0,96%
Dax -0,41%
Ftse 100-0,64%
Nasdaq 100 -2,38%
S&P 500 -2,3%
DJ industrial AVG -1,79%

Ora le varie posizioni degli investitori secondo i Cot.

Natural Gas Commercials long 468715 short 453811 Parco buoi long 364229 short 419681
Commercials indecisi
Gold Commercials long 135855 short 279657 Parco buoi long 203812 short 84453
Commercials short
Silver Commercials long 61060 short 78984 Parco buoi long 38492 short 30577
Commercials short
Platinum Commercials long 12679 short 49598 Parco buoi long 45210 short 11967
Commercials short
Wti Crude oil Commercials long 641239 short 872511 Parco buoi long 349203 short 125805
Commercials short
Wheat Commercials long 197510 short 157510 Parco buoi long 117060 short 138241
Commercials long ma ancora prevalentemente indecisi
Corn Commercials long 578975 short 639106 Parco buoi long 345864 short 197179
Commercials short ma ancora prevalentemente indecisi
Soyebean Commercials long 475442 short 443883 Parco buoi long 214068 short 238769
Commercials indecisi
Palladium Commercials long 5206 short 32096 Parco buoi long 28212 short 3194
Commercials short
Cotton Commercials long 74656 short 154060 Parco buoi long 96019 short 27663
Commercials short
Lumber Commercials long 2364 short 3750 Parco buoi long 2575 short 1788
Commercials short

Euro Commercials long 141694 short 72488 Parco buoi long 35343 short 86201
Commercials long

Alcuni articoli interessanti:
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-04-05/petrolio-accelera-discesa-prezzo-224754.shtml?uuid=Abl3OjkH

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2013-03-21/americano-export-crescera-modo-064341.shtml?uuid=Abn4U7fH

Un pò di Obv e Accumulazione/Distribuzione sulle materie prime:


Natural Gas da 19 marzo in leggero calo,dal 3 aprile in aumento; accumulazione laterale
Gold in calo generalizzato; distribuzione in netto calo (stanno scaricando)
Silver in calo generalizzato dal 23 gennaio; distribuzione in netto calo
Platinum in calo dal 6 febbraio; distribuzione in netto calo
Wti Crude oil in calo dal 2 aprile distribuzione in leggerissimo calo da qualche giorno (si può iniziare a shortare)
Wheat in aumento dal 25 febbraio; in calo nel grafico 6 mesi ma in leggero aumento dal 6 marzo (long,ma stop loss stretto)
Corn in aumento dal 4 gennaio (attenzione ad una possibile correzione); accumulazione in calo ma siamo lontani dai minimi
Soyebean in calo dal 17 dicembre 2012; accumulazione in calo e leggermente laterale
Palladium in calo dal 13 febbraio; distribuzione in leggerissimo calo da qualche giorno (si può iniziare a shortare)
Cotton in aumento dall' 8 novembre 2012 ma attenzione, in calo dal 15 marzo; accumulazione in calo (ma siamo lontani dai minimi,quindi attenzione ad entrate long)
Lumber in calo dal 14 gennaio; accumulazione in netto calo (siamo ai minimi)

Consiglio vivamente di seguire maggiormente L'Obv e i Cot; perchè i segnali Accumulazione e Distribuzione sono a volte contradditori.



venerdì 12 aprile 2013

Analisi tecnica: doppi massimi, doppi minimi




                                 Doppi massimi - doppi minimi
In un grafico a barre un doppio massimo si verifica quando, dopo un trend rialzista, si registrano due massimi uguali. E' ovvio che non si deve essere troppo fiscali, e si deve ammettere una certa tolleranza nel valutare se i due valori sono uguali. Analogamente, un doppio minimo si verifica quando si registrano due minimi uguali o molto simili al termine di un trend ribassista. Tutte le considerazioni che faremo per i doppi massimi sono applicabili anche ai doppi minimi.Secondo la definizione classica, un trend rialzista si configura come una successione di massimi e minimi crescenti; se quindi, dopo una successione di massimi crescenti, troviamo due massimi uguali, viene meno la definizione stessa di trend rialzista, e dobbiamo attenderci qualche cambiamento. In questo senso un doppio massimo rappresenta un segnale di indebolimento del trend, perché evidentemente la domanda non è più così sostenuta da spingere il prezzo verso nuovi massimi, e la spinta, il momentum, ha una flessione. Nella figura seguente vediamo come la formazione di un doppio massimo preluda ad un'inversione del trend.

Analogamente, nel grafico successivo un doppio minimo precede l'inversione del trend negativo.

Può succedere che si crei una formazione con massimi multipli, e in questo caso si rafforza l'indicazione che i ripetuti tentativi della domanda per fare ripartire i prezzi non hanno successo. Si noti che se il movimento prosegue lateralmente, si forma una configurazione a rettangolo, e quindi si entra in una fase di distribuzione.Normalmente l'affievolirsi del momentum del prezzo è accompagnata da un ridimensionamento dei volumi, che registrano una nuova impennata quando il prezzo riprende a muoversi con decisione.In che direzione si muoverà il prezzo dopo un doppio massimo, o un massimo multiplo? Se non si entra in una fase laterale di distribuzione, con la formazione di un rettangolo, che può preludere ad un breakout in entrambe le direzioni, è lecito attendersi che si registri una brusca inversione del trend: il doppio massimo è quindi una figura di inversione.
E' importante notare che il doppio massimo si può verificare anche in un trend discendente. In questo caso è ancora valida la connotazione di figura di inversione, perché si viene ad interrompere la successione di massimi decrescenti che caratterizza un trend negativo.Per quanto riguarda l'entità del movimento che ci si può attendere dopo un doppio massimo, sui testi di analisi tecnica si possono trovare varie indicazioni. C'è chi si spinge a prevedere entità della correzione e tempo necessario perché si completi, facendo considerazioni sulla struttura geometrica della formazione doppio massimo. Come al solito, queste regole a volte funzionano, ma è illusorio pensare che siano una legge universalmente valida.Più semplicemente, possiamo ritenere che l'entità del movimento successivo al doppio massimo sarà almeno pari all'altezza della formazione, intesa come distanza tra i due massimi e il minimo che li separa. In realtà, se veramente il doppio massimo si presenta in concomitanza dell'esaurimento di un trend positivo, potremmo assistere ad un'inversione che acquista via via forza, portando velocemente i prezzi a valori sempre più bassi, e in questa situazione l'ampiezza del movimento sarà molto superiore all'altezza della formazione doppio massimo. Per cercare di sfruttare il più possibile queste situazioni, possiamo adottare opportune tecniche di money management, liquidando ad esempio metà posizione al raggiungimento del primo target, e tenendo l'altra metà nella speranza che il trend prosegua nella direzione a noi favorevole.

martedì 9 aprile 2013

Analisi tecnica: barra di esaurimento

Barra di esaurimento

La barra di esaurimento è una delle formazioni composte da una sola barra fra le più affidabili nel mercato azionario. La giustificazione di tale affidabilità è da attribuirsi al risvolto psicologico che la governa.La barra di esaurimento si trova generalmente alla fine di un trend di breve-medio termine come elemento chiave dell'inversione del movimento. Vediamo di analizzarne in breve gli aspetti che la caratterizzano assumendo per comodità di trovarci all'interno di un movimento rialzista, le stesse considerazioni ma invertite possono essere applicate nel caso di un ribasso.Nello sviluppo della barra, inizialmente nulla farebbe presagire di trovarsi nell'imminenza di una inversione del movimento; l'apertura infatti si trova molto vicina alla chiusura della barra precedente e sicuramente nelle prime fasi del suo sviluppo essa si muove in modo molto deciso verso l'alto. Ma a un certo punto la sua corsa si arresta, come un'automobile a cui manca il carburante o come a una palla che lanciata verso l'alto perde la sua spinta e la forza di gravità torna a prendere il sopravvento. È il momento in cui comincia il ripiegamento delle quotazioni, non vi sono più nuovi compratori che si affacciano al mercato e i venditori prendono il comando, spingendo violentemente i prezzi al ribasso. Nel giro di una sola barra il panorama è completamente cambiato, le forze che spingevano il movimento in una certa direzione sono state sopraffatte da chi si è schierato nella direzione avversa, la barra termina vicino al livello di apertura. Poco importa se la chiusura è positiva o negativa, la disfatta si è concretizzata nella lunga coda che testimonia prezzi ormai lontani. Anche chi aveva contribuito al precedente movimento a questo punto si affannerà perlomeno a chiudere la posizione, se non addirittura a rovesciarla; ormai il nuovo movimento è decretato.Vediamo di riassumere i tre aspetti che dovrebbero essere presenti:
                     Una barra ad ampio range, che si sviluppa dopo un movimento piuttosto deciso.
                     La chiusura deve essere superiore all'apertura in un trend positivo e inferiore in un trend negativo.
                     La chiusura deve essere posizionata nella metà superiore del range della barra per un'inversione rialzista, ovvero nella metà inferiore del range per un'inversione ribassista.



Possiamo osservare sul grafico di Alleanza una barra di esaurimento evidenziata con un ellisse. Essa si presenta dopo un rialzo di alcuni giorni, la sua apertura è sui livelli della chiusura precedente e perfettamente in sintonia con il trend precedente. Durante la seduta il rialzo continua, ma le contrattazioni terminano dopo un forte ritracciamento che caratterizza la giornata come ribassista. La giornata successiva comincia con un ampio gap down e le quotazioni scendono ulteriormente, annullando quasi completamente il movimento rialzista dell'ultimo periodo.




Anche il grafico di Autostrade presenta una dinamica similare. Si può notare come il fatto di avere una barra di esaurimento con giornata rialzista non abbia sostanzialmente mutato l'andamento dei prezzi nelle giornate successive; in particolare vediamo due giorni dopo linversione la formazione di un notevole gap down in apertura, segno di forte nervosismo del mercato che poi con volumi eccezionali riesce a limitare le perdite, chiudendo il gap e recuperando parte del terreno perduto.




Nel grafico di Bnl, possiamo osservare una barra di esaurimento dai risvolti rialzisti. Tutte le considerazioni rimangono valide, con la sola eccezione di essere capovolte.

lunedì 8 aprile 2013

Profilo di rischio dell'investitore


Il profilo di rischio dell'investitore
Prima di effettuare qualunque investimento, sia piccolo che grande, è necessario rendersi consapevoli del quadro generale in cui tale investimento si colloca (asset allocation complessiva del cliente) chiedendosi se tale investimento sia o meno coerente con il profilo di rischio dell'investitore.Dunque, se anche investiamo 1.000 euro possedendo un patrimonio di 100.000 euro, dobbiamo comunque chiederci se tale investimento sia adatto a noi e alla nostra posizione.
Come valutare il proprio profilo di rischio:I bisogni materiali
Innanzitutto è necessario possedere un bilancio personale (o familiare) completo che permetta di valutare:
-la capacità di generare reddito:
-le entrate annue al netto delle tasse (entrate da attività lavorative, affitti, investimenti);
-le spese annue complessive ordinarie (complesso delle spese cui il soggetto deve far fronte);
-le spese annue straordinarie (spese specifiche di importi rilevanti come auto, casa ecc.);
-la capacità di generare risparmio;
-gli investimenti annui (quanto si è investito negli ultimi anni);
-i disinvestimenti (quanto denaro si è prelevato dagli investimenti di lungo periodo negli ultimi anni);
-la patrimonializzazione:
-il valore delle proprietà (al netto di debiti e mutui);
-il valore degli investimenti di lungo termine;
-il budget (pianificazione di fonti ed impieghi per l'anno/anni successivi).

La capacità di generare reddito: tale capitolo è evidentemente influenzato dalla situazione lavorativa dell'investitore e dalle attese sulla medesima (miglioramenti, pensione ecc.), dall'età dell'investitore o eventualmente di coloro che egli ritiene essere beneficiari del patrimonio.La capacità di generare risparmio dirà quanto denaro l'investitore può investire nel tempo: maggiore è la sua capacità, più lungo sarà l'orizzonte dei suoi investimenti e quindi maggiore il rischio sopportabile per raggiungere rendimenti elevati.Gli investimenti: non solo mobiliari ma anche immobiliari o di altra natura.La patrimonializzazione è rilevante ai fini della determinazione del rischio cui un investitore può essere soggetto; infatti, maggiore è l'incidenza delle entrate/spese correnti sul patrimonio, minore sarà la possibilità dell'investitore di assumere rischio ovvero di investire con obiettivi di lungo periodo.Nel budget, proiezione futura del bilancio, rientrano tutti i capitoli precedenti; esso fornirà un dato fondamentale: quali sono le necessità di liquidità nel breve periodo dell'investitore e per quale ammontare delle stesse l'investitore è attualmente preparato. Esse devono comprendere tutte le uscite (meno le entrate certe) cui si dovrà fare fronte in un periodo di almeno un anno. Tutte le informazioni che si riusciranno a collezionare nel budget andranno a definire l'orizzonte temporale dell'investitore.Benché sia visto con fastidio da molti (per l'impegno che certamente genera nella sua formulazione) il budget risulta essere una componente necessaria alla corretta gestione del proprio patrimonio e di conseguenza agli investimenti.Qualora vi siano spese/investimenti immobiliari di grande portata da affrontare nell'arco di uno–due anni sarà necessario tenerne conto e diminuire il rischio cui ci si espone.In generale ci si deve porre una domanda del tipo: se i miei investimenti non rendessero nulla, in quanto tempo preleverei il 10, il 20 il 50 per cento o ancor più del capitale investito?

I bisogni immateriali

Di pari importanza rispetto ai bisogni materiali sono quelli immateriali, è infatti assolutamente necessario che l'investitore si trovi sempre a proprio agio con la collocazione del proprio portafoglio. Lo stress da investimento va lasciato agli speculatori (che tuttavia raramente impegnano tutto il proprio capitale per speculare sui mercati finanziari, anche loro non si sottraggono al profilo di rischio).

Conoscenze in materia di investimenti

Benché possa apparire scontato, è opportuno che l'investitore si crei un'opportuna base di conoscenze finanziarie prima di assumere posizioni con profilo di rischio elevato.Chi non conosce i mercati e gli strumenti con cui essi possono essere utilizzati può trovarsi a disagio dovendo affrontare le condizioni tipiche degli stessi (i mercati azionari hanno volatilità superiore a quelli obbligazionari ed una singola azione può essere enormemente più rischiosa di un'obbligazione; anche le obbligazioni, specie se societarie ma anche di emittenti sovrane, possono far correre all'investitore rischi eccessivi, basti pensare a due casi: obbligazioni corporate emesse da Parmalat ed obbligazioni sovrane emesse dall'Argentina, di recente memoria).Domande del tipo: «Negli ultimi dieci anni hanno reso più le obbligazioni o le azioni?» sono assolutamente fuori luogo. In caso di risposta negativa rivelano sia scarsa conoscenza sia scarsa informazione.Anche affidandosi a professionisti del risparmio gestito resta comunque a carico dell'investitore l'onere di studiare gli strumenti e le loro caratteristiche e di mantenersi aggiornato sugli andamenti delle principali variabili finanziarie.In particolare è opportuno mantenersi informati su:
-tassi ufficiali di sconto e politiche monetarie delle banche centrali di maggiore rilievo;
-andamento dell'inflazione;
-cross valutari;
-principali indici borsistici;
-politiche di dividendi delle imprese;
-dati economici
-geopolitica e attualità
-politiche aziendali ed eventi societari
In merito agli strumenti finanziari è necessario conoscere a fondo le caratteristiche di:obbligazioni (in tutte le loro forme di emissione), che hanno come forme di controllo il rating e la duration;azioni il cui profilo rischio/rendimento, pur variando nel tempo, può essere controllato a livello di portafoglio;Exchange Traded Fund (ETF), caratteristiche, mercati in cui sono trattati e benchmark di riferimento;Oicr (Organismi d'investimento collettivo del risparmio: i fondi comuni di investimento): caratteristiche, benchmark, società di gestione, commissioni, capacità di "superare il mercato" – dettagli da approfondire in quanto merito sia del gestore che della società di gestione;derivati: concetti di base degli strumenti, i diversi contratti, potenzialità e rischi.
Chi desidera acquistare "da sé" gli strumenti finanziari farà bene a valutare banche e sim per verificare quali canali mettono a disposizione e quali strutture commissionali richiedono per i servizi forniti.
A tutto ciò si aggiunge naturalmente l'intero quadro normativo e fiscale vigente, assolutamente vario per la varietà di strumenti e paesi in cui essi possono essere acquistati.In generale i seguenti elementi permettono di aumentare il rischio cui l'investitore può sottoporsi:
-conoscenza ed informazione costante sui mercati e loro strumenti;
-conoscenza dei principali fattori di rischio di portafogli azionari e obbligazionari;
-esperienza accumulata negli anni nell'investimento;
-scolarizzazione.

Attitudine al rischio

Ci si riferisce in generale all'atteggiamento che l'investitore assume di fronte al rischio o alle situazione avverse (quando il rischio, che si misura come probabilità, è divenuto certezza).L'investitore desidera rischiare? Riesce a quantificare in che misura?Quale performance negativa l'investitore può sopportare senza sentire la necessità di liquidare in tutto o in parte il proprio investimento?Che cosa farebbe l'investitore se detenesse azioni e le borse crollassero in un solo giorno del 20%?Che cosa farebbe l'investitore se le obbligazioni scendessero del 10% in sei mesi e ne detenesse in portafoglio?Che cosa tende a fare l'investitore durante le disce del mercato?Si sente a suo agio a pensare alla scadenza del suo investimento (cioè a rientrare in possesso del proprio denaro) a tre anni? A cinque anni? A dieci anni?È consapevole che per ottenere rendimenti è necessario rischiare?In quale dei seguenti portafogli si trova più a proprio agio? (partenza 1/1/1997 al valore di 1.000.000)

Se l'investitore considera troppo poco rischioso un portafoglio di sole obbligazioni e troppo rischioso un portafoglio con il 50% di azioni, in quali di questi andamenti si ritrova di più?

Asset allocation e frontiera efficiente


La diversificazione ed il piano rischio/rendimento
Per comprendere il significato della frontiera efficiente dobbiamo analizzare il comportamento di un portafoglio composto da due attività finanziarie nel piano rischio/rendimento:attività finanziaria 1: Indice Eurostoxx 50;attività finanziaria 2: Indice Nasdaq Composite;delle quali si riportano di seguito i valori di resa media e volatilità negativa annualizzata:


Adesso possiamo immaginare di creare alcuni  portafogli con queste due attività sommate in diverse percentuali:

ed infine rappresentare i portafogli nel consueto piano rischio/rendimento, dopo averne calcolato opportunamente resa media e volatilità negativa:

Ciò che osserviamo è che i portafogli non giacciono lungo la retta congiungente le due attività finanziarie di base (Nasdaq Composite e S&P 500), bensì lungo un arco che congiunge i due punti suddetti ma che risulta convesso nella direzione di minore volatilità e maggiore rendimento, dunque un risultato interessante ai fini dell'investitore.

Tale risultato si giustifica considerando la formulazione matematica della volatilità (=deviazione standard):

che esprime la deviazione standard (ovvero la volatilità) di un portafoglio composto da due attività finanziarie a, b, assunte rispettivamente con percentuale xa e xb, ed aventi loro volatilità pari a sigma a esigma b. Nell'equazione precedente il termine che ci interessa particolarmente è rho ab che indica la correlazione tra le due attività finanziarie (il legame tra l'andamento delle due attività finanziarie). Essa può variare tra -1 e +1 e tanto è maggiore tanto più le due attività finanziarie sono legate l'una all'altra. Ne deriva che una correlazione bassa o addirittura negativa riduce la volatilità del portafoglio a prescindere da tutti gli altri parametri.
Nel nostro caso la correlazione tra le due attività finanziarie è pari a 0,91: piuttosto elevata ma, come si vede dal grafico, sufficiente per migliorare l'utilità dell'investitore che investisse in un portafoglio composto dalle due. Infatti se la correlazione fosse stata pari ad 1 i portafogli composti a vario titolo dalle due attività finanziarie si sarebbero posizionati lungo la linea tratteggiata rossa, mentre la leggera decorrelazione tra i due indici ha permesso il posizionamento dei portafogli lungo l'arco tratteggiato in nero.

venerdì 5 aprile 2013

''Falsificare i bilanci'' 1

Naturalmente non voglio parlare di bilanci completamente falsificati,ma di espedienti legali ( o meno legali)  consentiti dalla legge per abbellire un bilancio ingannando l'investitore.

1)I ricavi vengono spesso esaltati. In qualsiasi bilancio,soprattutto in quelli mediocri, i ricavi vengono sempre messi in evidenza.
E' da notare che la variazione dei ricavi è direttamente proporzionale alla variazione dei crediti commerciali.
Se però i ricavi aumentano del 10% e i crediti commerciali del 35% vi è un disallineamento tra i due valori. Come fanno ad aumentare i crediti in maniera così marcata? Semplicemente il dato non è veritiero . Tra l'altro vengono gonfiate le attività correnti, quindi la liquidità. Questo può essere persino mascherato se i crediti commerciali gonfiati sono iscritti come ''crediti commerciali'' verso parti correlate / partecipate. Ovvero verso aziende che sono strettamente collegate (il caso Parmalat insegna...).
Poi una parte dei ricavi può essere iscritta come ''non corrente''. Siccome il ricavo non è corrente non dovrebbe essere un dato costante e ripresentato l'anno successivo; nel frattempo però se è preponderante sul totale dei ricavi gonfia il dato per l'anno corrente preso in esame.
Infine bisogna anche guardare la correlazione rimanenze e ricavi. Se sono completamente scorrelati, ci potrebbe essere l'intenzione di gonfiare gli utili ( esempio calo dei ricavi, aumento delle rimanenze e aumento dell'utile).


2) Utile netto e Cash flow operativo netto (OCF). Se l'utile netto è maggiore dell'Ocf vuol dire che l'utile netto è falso. Perchè non vi è un' effettiva entrata di denaro in cassa.

3)Utile netto gonfiato in seguito a entrate di denaro dovute alla vendita di attività. Per calcolare il Margine di Profitto netto usate l'utile netto senza la vendita dell'attività. Solitamente nel conto economico vi sono i due utili netti (prima quello normale poi quello modificato con la vendita).

4)Attenzione anche alla situazione in cui un azienda ha costantemente utile netto elevato e cassa elevata,ma continua ad aumentare il debito. Soprattutto notare dove destina il debito. Se servisse per pagare gli azionisti (presumibilmente userà debito a breve) , se lo usasse per comprare altre società, o per aumentare le Capital expenditure (Spese in conto capitale) va bene.

5)Attenzione alle variazioni delle immobilizzazioni tecniche e delle attività immateriali. Visto che spesso in un bilancio alcune immobilizzazioni vengono iscritte come tecniche mentre altre volte le stesse attività vengono iscritte come immateriali. Tali immobilizzazioni quindi non erano proprio tangibili...

6)Nel calcolo del debito totale, del debito a lungo termine e di quello a breve termine bisogna sempre inserire le voci ''altre passività'' (rispettivamente nn correnti per il debito a lungo e correnti per quello a breve).
Perchè un debito finanziario può essere iscritto come'' altra passività''.

7) Attenzione, per quanto riguarda il debito alla sua iscrizione nel conto economico. Nel conto economico abbiamo un collegamento con le passività finanziarie : ovvero gli oneri. Se aumentassero molto bisognerebbe rimanere prudenti soprattutto quando si valutano le banche. Esiste infatti sia la leva finanziaria, sia le variazioni di valore del debito. Se il debito aumentasse di valore vi sarebbe un danno nel conto economico, se diminuisse un vantaggio. Si parla quindi di Fair Value Accounting.

8)I costi vengono iscritti nel conto economico quando il ricavo correlato viene registrato. Altrimenti il costo viene iscritto all'interno delle ''altre  attività correnti'' come spese prepagate (bisogna leggere la nota integrativa delle altre attività correnti ). Così facendo si gonfiano gli assets correnti, si diminuiscono i costi (che però ci sono) e si abbellisce il conto economico.

9)Ammortamenti gonfiati per pagare meno tasse. Si crea un danno al conto economico (l'utile netto cala), agli azionisti che prendono meno dividendi, e alle attività (visto che vi è una sottovalutazione delle immobilizzazioni tecniche che sono soggette al costo di ammortamento).

10)Uso importante e sproporzionato del debito a breve in società che non sono profittevoli. Serve per abbellire il conto economico (perchè si pagano meno interessi),ma vi può essere un rischio di liquidità, soprattutto se in concomitanza si gonfiano le attività immateriali.