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venerdì 29 marzo 2013

Analisi di bilancio Repsol 2012

Repsol

Conto economico

Ricavi +13,22%
Costo del personale +9,29%
Costo del venduto +12,28%
Costi operativi +12,67%
Ammortamento e svalutazioni +25,04%
Utile operativo +20,77%
Oneri +14,12%
Proventi -22,89%
Risultato netto finanziario -0,58% (numero negativo)
Oneri/Utile operativo 23,19% (dal 24,54% del 2011)
Utile lordo +28,53%
Tasse +59,54%
Utile netto -6,07%
Margine di profitto netto 3,46% (dal 4,17% del 2011)

Note positive:aumento dei ricavi;oneri/utile operativo in calo e intorno al 20%.
Note negative:utile netto in calo;costi operativi in aumento;ammortamento in aumento;tasse in aumento che annullano l'aumento dell'utile lordo (dall'Ebitda non si sarebbe visto e avrebbe ingannato l'investitore).Oneri in aumento;Proventi in calo.

Stato Patrimoniale

Totale attività -8,51%
Attività correnti -0,83%
Cash e investimenti a breve +120,51%
Crediti commerciali -15,63%
Rimanenze -24,42%
Altre attività correnti -28,86%
Quoz. di liquidità 1,515 (da 1,189 del 2011)
Attività nn correnti -11,59%
Immobilizzazioni tecniche -23,21%
Attività immateriali -29,15% di cui Avviamento -42,35%
Attività non correnti destinate alla vendita per l'esercizio 2013=5392 mln
Passività/attività 0,5768 (da 0,6189 del 2011)
Passività correnti -22,18%
Passività nn correnti -9,96%
Debito a breve -23,97%
Debiti commerciali -20,91%
Debito a lungo -0,29%
Altre passività nn correnti -6,11%
Debito totale -6,1%
Debito totale /  utile netto 10,945 anni (da 10,949 del 2011)
Debito a lungo termine / utile netto 9,105 anni (da 8,676 del 2011)
Debito a lungo termine 78,12% (da 79,24% del 2011)
Totale passività -14,72%

Note positive:aumento del cash e della liquidità;calo delle rimanenze;quoziente di liquidità in netto miglioramento;calo passività totali;calo importante delle passività correnti;calo delle passività nn correnti;passività/attività in miglioramento;altre passività nn correnti in calo;debito a breve in forte calo;debito totale in calo.
Note negative:attività totali in calo;altre attività correnti in forte calo;attività nn correnti in forte calo;attività immateriali in calo;immobilizzazioni tecniche in forte calo;attività nn correnti destinate alla vendita inserite tra le attività (gioco contabile per aumentare le attività nn correnti e sopperire al calo delle immobilizzazioni tecniche);debito a lungo termine/utile netto 9,105 in aumento da 8,676 del 2011.

Rendiconto dei flussi di cassa

Ocf +181,48%% (dovuto ad un CCN positivo)
Flussi di cassa da investimento -13,96%
Flussi di cassa da finanziamento +113,69% (passa da negativo a positivo)
Ocf -flussi di cassa da investimento - dividendi distribuiti= 2079 mln (nel 2011 -2586 mln)
Free cash flow +115,88% (passa da negativo a positivo)
Dividendi/Free cash flow 1,48

Note positive:enorme aumento dell'Ocf;Ocf-flussidi cassa da investimento -dividendi=2079 mln
enorme aumento del free cash flow
Note negative:dividendi/ Fcf 1,48

giovedì 28 marzo 2013

Attività Immateriali e Intangibili

Une Bene Intangibile deve:
-1)essere all'origine di costi a utilità differita nel tempo
-2)essere misurabile nel suo valore
-3)essere trasferibile

1)Il bene deve essere oggetto di un significativo flusso di investimenti. Il bene deve garantire dei benefici economici futuri, nell'arco di più anni, così da ricoprire gli oneri sostenuti e per apportare un guadagno economico quantificabile.
2)Il bene deve risultare misurabile,attraverso il costo sopportato per mantenerlo,per produrlo,valutando il prezzo a seguito di una cessione oppure misurando il contributo apportato dal bene alla formazione del reddito.
3)Il bene deve avere una propria autonomia.E' possibile che il bene sia trasferibile congiuntamente ad altri beni di varia e diversa natura. In questo caso si parla di autonomia relativa.Il requisito di trasferibilità tutela dal rischio di duplicazione o sovrapposizione nella considerazione della risorsa.Da notare che spesso ai fini definitori della materia intangibile è abbandonato il criterio di trasferibilità.A volte si rischia di misurare una parte più ridotta del patrimonio aziendale.

I beni immateriali sono,semplicisticamente , attribuili a due grosse categorie:
-Marketing (es. marchi,costi di pubblicità,reti di vendita)
-Tecnologia (es. brevetti,costi di ricerca/innovazione)

I beni immateriali, inoltre, possono essere divisi in due categorie:
-identificabili o non identificabili

Quelle identificabili possono essere individuate separatamente dal complesso economico.
Quelle non identificabili non sono autonome rispetto al complesso economico.Il loro valore non è valutabile, perchè è insito nel valore dell'azienda. Contribuiscono in gran parte alla formazione dell'avviamento d'impresa.

-palesi o latenti

Quelli palesi sono presenti e identificabili nel Bilancio.
Quelli latenti non dipendono da costi specifici,non trovano iscrizione tra le attività (es. le capacità dei manager, l’immagine positiva dell’impresa,un buon rapporto con i fornitori).

La classificazione delle immobilizzazioni immateriali proposta dal Legislatore
nazionale è contenuta nell’art. 2424 del codice civile e prevede le seguenti categorie:
1. costi di impianto e ampliamento;
2. costi di ricerca e sviluppo e pubblicità;
3. diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno;
4. concessioni, licenze, marchi e diritti simili;
5. avviamento;
6. immobilizzazioni in corso e acconti;
7. altre.

Le categorie suddette possono essere suddivise, secondo le caratteristiche e le
condizioni per la loro iscrizione, in tre raggruppamenti:
a) beni immateriali;
b) costi ad utilità pluriennale;
c) avviamento.

a)accoglie quegli elementi immateriali dotati del requisito della trasferibilità. Si tratta solitamente di beni privi del requisito della fisicità, ma dotati di una loro specificità, separabile dal complesso aziendale; tali beni sono dotati di una autonomia economica.
In tale raggruppamento sono ricompresi: brevetti, marchi,licenze industriali, diritti di utilizzo di software e simili.

b)I costi ad utilità pluriennale costituiscono oneri che manifestano la loro economicità non sul singolo esercizio, ma hanno attitudine a produrre valore nel tempo.Condizione per l'esistenza di tali oneri è la loro utilità pluriennale, che costituisce anche l’aspetto di criticità, sia circa la loro attitudine a produrre “sovra reddito” che nella quantificazione dell’arco temporale di realizzazione di benefici reddituali (ammortamento). Tale categoria ricomprende i costi di impianto e ampliamento, i costi di ricerca e sviluppo, quelli di
pubblicità ed eventuali altri costi pluriennali.

c)L’avviamento rappresenta quell’ insieme di valori e risorse intangibili, non esattamente identificabili, strettamente collegate al complesso aziendale, di cui costituisce una parte inscindibile, suscettibile di svariate definizioni, rappresentazioni e quantificazioni.

Come viene calcolata un'attività immateriale?
Il legislatore ci complica un pò la vita...
Il valore di un' immobilizzazione immateriale è direttamente vincolato all’esistenza di detta utilità futura, senza la quale perde la sua ragion d’essere. L’OIC 24 stabilisce che tale limite è costituito dal cosiddetto “valore recuperabile”, definito come il maggiore tra il presumibile valore ottenibile da un’alienazione del bene immateriale e il suo valore d’uso, inteso come attualizzazione dei flussi di cassa derivanti dall’utilizzazione dell’immobilizzazione, applicando un tasso di attualizzazione commisurato al tasso d’interesse proprio degli investimenti privi di rischio (tipicamente i titoli di stato) e al premio di rischio inerente al settore di attività e al mercato di riferimento dell’impresa.

I beni immateriali costituiscono beni di natura intangibile, dotati di autonoma capacità produttiva, in grado di essere scorporati separatamente dal complesso aziendale, passibili di essere ceduti autonomamente e, solitamente, dotati di una titolarità di sfruttamento da parte dell’impresa, spesso garantita da una tutela di tipo
giuridico.
Possono essere acquisiti esternamente o essere realizzati internamente: nel primo caso, il loro valore normalmente coincide con il costo d’acquisto maggiorato dei relativi oneri accessori; in caso di costruzione interna, viene quantificato imputando i costi diretti sostenuti dall’impresa, la quota di costi indiretti ragionevolmente imputabili ed eventuali oneri finanziari specificatamente finalizzati alla realizzazione
dei beni.

Tipologie di attività immateriali.

Diritti di brevetto industriale
L’iter finalizzato all’iscrizione del diritto di brevetto industriale si articola in varie fasi: la prima è rappresentata da un periodo di ricerca generale e specifica rivolta ad un certo progetto; quindi, terminata la fase di ricerca, una volta che l’invenzione è ultimata e possiede le caratteristiche che ne consentono la brevettabilità, si passa alla fase volta all’ottenimento della tutela giuridica, presentando la domanda di brevetto all’autorità competente (i costi sostenuti in tale fase possono essere iscritti all’attivo patrimoniale di bilancio come know-how e sottoposti ad ammortamento, qualora ne sia iniziata l’utilizzazione economica). Una volta ottenuto il brevetto, si procede con l’iscrizione in bilancio dei costi complessivamente sostenuti.

L’ottenimento della tutela giuridica consente l’utilizzo in esclusiva del brevetto,ma non è di per se stessa sufficiente: infatti, l’impresa deve valutare l’esistenza di risorse adeguate per l’utilizzo e l’applicazione dello stesso, nonché la recuperabilità dei costi sostenuti mediante benefici economici futuri attesi, direttamente discendenti dall’impiego dello stesso.
Devono sussistere le condizioni perché si realizzi un vantaggio economico differenziale dall’utilizzo dell’invenzione, che può estrinsecarsi in benefici derivanti da maggiori ricavi o in termini di minori costi, e deve essere tale da coprire i costi sostenuti per l’ottenimento dello stesso.
Qualora tali benefici nel tempo dovessero venire meno o diminuire, il valore residuo dei brevetti deve essere
opportunamente ridotto (impairment test).

I diritti di brevetto possono essere acquisiti mediante acquisizione a titolo originario o da terzi.
Qualora siano prodotti internamente (acquisto a titolo originario), si capitalizzano i costi di produzione della ricerca e quelli accessori relativi alla domanda ed all’ottenimento degli stessi. I costi legati ad eventuali successive modificazioni od implementazioni possono essere capitalizzati soltanto se generano ulteriori benefici identificabili rispetto a quelli previsti originariamente.
In caso di acquisto da terzi, il valore capitalizzabile è rappresentato dal costo di acquisto e dai relativi oneri accessori.
Per quanto concerne l’ammortamento, oltre a quanto illustrato in generale precedentemente circa i beni immateriali, la vita utile dei brevetti industriali corrisponde alla loro residua possibilità di utilizzazione, con un limite massimo corrispondente alla durata legale del brevetto (solitamente 20 anni); in base a criteri di prudenza è opportuno prestare particolare attenzione all’analisi dell’utilità futura, che, spesso, a causa dei repentini cambiamenti tecnologici o dei mutamenti del mercato di riferimento (ad esempio, l’immissione da parte della concorrenza di un prodotto tecnologicamente più avanzato, o l’obsolescenza di un macchinario strettamente connesso all’utilizzo dell’invenzione), può essere decisamente più breve rispetto alla
durata legale dello stesso.

In alternativa al piano di ammortamento a quote costanti, può essere utilizzato un piano a quote decrescenti, per consentire una maggiore correlazione tra il costo annualmente “spesato” a conto economico e i benefici attesi. In alternativa, è, altresì, possibile adottare un piano basato sui volumi di produzione realizzata mediante l’impiego del brevetto, anche se tale metodo è piuttosto aleatorio in quanto si fonda su piani previsionali dell’impresa.

Diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno (diritto d’autore)
A differenza dei brevetti, la tutela giuridica nasce direttamente con la creazione dell’opera e non è condizionata alla presentazione di particolari domande o alla sua registrazione. La rappresentazione intellettuale diretta alla comunicazione costituisce essa stessa condizione sufficiente per la nascita del diritto di esclusiva in capo al suo autore, che ne conserva il diritto di utilizzazione economica durante la sua vita e 70
anni dopo la sua morte; successivamente a tale periodo diventa di dominio pubblico.
L’autore delle opere dell’ingegno, pertanto, è titolare dei diritti sulle stesse, anche se il loro utilizzo può essere concesso ad altri.

N.B.:
In tale sede, meritano un breve cenno i costi sostenuti per i programmi software, che il D.Lgs. 518/1992 - con cui è stata recepita la direttiva Ce n. 91/250 - ha incluso tra i diritti tutelabili secondo la legge sul diritto d’autore. Ai fini dell’analisi, è opportuno operare una distinzione tra software di base (insieme di istruzioni ed elementi indispensabili per l’utilizzo dell’hardware) e software applicativo (funzioni particolari legate a specifiche applicazioni o di utilità individuale): mentre il primo,considerata la stretta complementarietà con il sistema hardware, solitamente viene capitalizzato assieme al bene materiale stesso (computer), il software applicativo viene normalmente incluso tra le immobilizzazioni immateriali. In particolare, se acquisito a titolo di proprietà o a titolo di licenza d’uso a tempo indeterminato, viene iscritto tra i diritti di utilizzazione delle opere dell’ingegno, mentre se viene utilizzato a titolo di licenza d’uso a tempo determinato, qualora per l’utilizzo dello stesso sia previsto il pagamento di un importo una tantum, tale corrispettivo viene iscritto nella
voce Concessioni, licenze, marchi e diritti simili.

Concessioni, licenze, marchi e diritti simili.
Le concessioni derivano da un potere/diritto concesso dalla Pubblica Amministrazione a fronte dell’utilizzo di beni o servizi pubblici.


Le licenze sono autorizzazioni concesse per l’esercizio di particolari attività regolamentate, quale, ad esempio, l’esercizio di vendita di beni al dettaglio; possono essere di derivazione pubblicistica (licenze amministrative) o privatistica (licenze d’uso su brevetti, modelli, ecc.); in tale ultimo caso, normalmente, sono connesse al diritto principale cui si riferiscono e, pertanto, vengono con esso capitalizzate.




Il marchio costituisce l’elemento distintivo dell’azienda o di un prodotto fabbricato o commercializzato dalla stessa.Le caratteristiche che lo stesso deve possedere, per poter essere tutelato giuridicamente e registrato, sono la liceità, l’originalità e la novità; è consentita una particolare forma di tutela, anche in mancanza di registrazione dello stesso, in caso di preuso (art. 2571) e sempre che rappresenti effettivamente un elemento distintivo dell’azienda.Può essere prodotto internamente o acquisito da terzi, sia a titolo oneroso che a titolo gratuito, ma in tale ultimo caso non può essere iscritto all’attivo patrimoniale.

Costi ad utilità pluriennale
L’art. 2426, comma 1, n. 5 del codice civile stabilisce che:


I costi di impianto e ampliamento, quelli di ricerca e sviluppo e i costi di pubblicità, dotati di utilità pluriennale, possono essere iscritti tra le immobilizzazioni immateriali, qualora dotati dei requisiti previsti per la capitalizzazione.

si desume che tale iscrizione,
Considerata l’alta aleatorietà legata alla stima di tali componenti, sia discrezionale: infatti, mentre i beni immateriali, in particolare quelli di cui si è ottenuta la protezione legale, vanno obbligatoriamente iscritti tra le immobilizzazioni, la capitalizzazione dei costi pluriennali è lasciata al libero arbitrio di chi predispone il bilancio.Tale orientamento genera un certo “soggettivismo” nella rappresentazione delle operazioni aziendali, potendosi verificare situazioni in cui determinati costi, dotati di caratteristiche analoghe, trovino differenti modalità di espressione nella sintesi d’esercizio.


L’art. 2426 prevede due limiti nel trattamento dei costi ad utilità pluriennale relativi a:
1) il periodo massimo di vita utile: il periodo di ammortamento non può superare 5
anni;




2) il vincolo alla distribuibilità di dividendi: finché non si è completato l’ammortamento, devono essere mantenute riserve disponibili sufficienti a coprire l’ammontare di tali costi non ancora ammortizzati.

Costi di impianto ed ampliamento

Il codice civile, come per le altre tipologie di costi ad utilità pluriennale, non fornisce una spiegazione di cosa si intende per “costi di impianto ed ampliamento”; l’OIC 24 definisce gli stessi come oneri sostenuti dall’impresa in modo non ricorrente, in precisi e caratteristici momenti, in particolare, in tre fasi della vita dell’impresa o dell’azienda:
a. pre-costitutiva;
b. costitutiva;
c. ampliamento.


La prima tipologia è rappresentata dai costi definiti dall’OIC 24 di start-up, ovvero quegli oneri sostenuti nella fase propedeutica alla costituzione di un’impresa o all’avviamento di una nuova azienda o di una nuova attività, quali ricerche di mercato, costi di allacciamento di servizi generali, costi di pubblicità di pre-apertura
di un nuovo centro commerciale, spese per studi preparatori e così via.

La seconda tipologia, ovvero i costi relativi alla fase costitutiva, sono tutti gli oneri direttamente sostenuti per la costituzione vera e propria dell’impresa o dell’azienda: sono tali i costi inerenti l’atto costitutivo, quali la tassa di registro, le parcelle notarili, gli oneri professionali e gli oneri d’iscrizione al registro imprese.


I costi di ampliamento sono, infine, quei costi sostenuti in condizioni non ricorrenti, finalizzati all’accrescimento dell’impresa o allo sviluppo dell’attività aziendale. Si tratta di oneri sostenuti in misura tale da poter essere definiti di natura straordinaria, che esula dal normale processo di sviluppo dell’impresa. Sono costi di ampliamento: le spese per l’aumento del capitale sociale, quelle sostenute in occasione di operazioni straordinarie quali fusioni, scissioni, trasformazioni, le spese per l’ammissione alla quotazione in borsa, quelle legati all’ampliamento dell’attività che comportano un’espansione della capacità produttiva significativa dell’azienda.



L’OIC 24, fornisce alcuni esempi di particolari costi pluriennali: i costi di addestramento e qualificazione del personale e/o degli agenti, i costi straordinari di riduzione del personale, i costi di avviamento di impianti di produzione.


Particolare attenzione deve essere rivolta all’esistenza dei presupposti di recuperabilità in termini di redditività della nuova impresa, azienda o attività aziendale, valutazione non sempre agevole. Ne consegue che la sussistenza delle condizioni necessarie al permanere del loro valore all’attivo patrimoniale deve essere periodicamente verificata, soprattutto in presenza di riduzione di utili o di perdite, anche se di carattere non permanente; in tali casi potrebbe essere opportuno provvedere ad una svalutazione parziale o totale in
relazione alla diminuzione della prevista recuperabilità.

Costi di ricerca e sviluppo
− costi per la ricerca di base: il complesso di studi, esperimenti e ricerche non rivolto ad una finalità precisata, ma di utilità generica all’impresa, e come tale facente parte della ricorrente operatività dell’impresa imputabile come costo di periodo;

− costi per la ricerca applicata: l’insieme di studi, ricerche, indagini e sperimentazioni finalizzate ad uno specifico progetto, utili alla realizzazione di un nuovo prodotto o processo produttivo;
− costi per lo sviluppo: lo sviluppo consiste nell’applicazione dei risultati della ricerca ai fini della realizzazione di un progetto o prodotto nuovo o sostanzialmente migliorato (ad esempio, nuovi materiali, processi o servizi).

Costi di pubblicità
Il legislatore ha inteso ricomprendere soltanto le spese pubblicitarie sostenute in connessione ai costi di impianto e ampliamento. In tal senso, ha voluto sottolineare che deve trattarsi di spese pubblicitarie dotate oltre che di eccezionalità, altresì strettamente collegate al “lancio” di nuovo progetto o all’avvio di nuova attività. Quindi, deve essere verificata l’effettiva riuscita del nuovo progetto e l’attitudine della spesa stessa a concorrere a tale riuscita in termini di importanti e duraturi ritorni economici.


Avviamento
Una delle formulazioni più condivisibili : è un complesso di condizioni proprie dell’azienda, quali la sua ubicazione, le competenze tecniche e le qualità morali del personale, la nomea che la stessa si è creata nell’ambiente esterno e tra la clientela, l’esperienza e la sua tradizione produttiva, che fanno sì che dalla sua gestione si crei una redditività per mezzo della quale è possibile attribuire al capitale economico un valore superiore rispetto al “capitale di gestione”.




Da un punto di vista contabile, l’avviamento, come sopra definito, trova una forte limitazione nella di bilancio, in quanto viene iscritto soltanto se acquisito a titolo oneroso in presenza di operazioni di acquisizione di complessi aziendali o di partecipazioni.


I principi contabili
distinguono, inoltre, “l’avviamento internamente generato” dall’“avviamento derivativo o derivato”. Il primo non è iscrivibile in bilancio, è il frutto di una gestione aziendale efficiente, non è derivante dal sostenimento di alcun costo, ma è generato internamente, pertanto, è privo dei requisiti fondamentali per la sua rilevazione
contabile. Il secondo si genera a seguito di un’operazione di acquisizione d’azienda, ramo aziendale, o di partecipazioni, o da operazioni di conferimento, scissione o fusione, ed è l’unico che trova rappresentazione nella sintesi d’esercizio, in quanto comporta il sostenimento di uno specifico costo.


Pertanto, le caratteristiche fondamentali dell’avviamento individuate dai principi
contabili sono:
a) il sostenimento di costi ed oneri ad utilità differita, in grado di generare benefici economici futuri;
b) l’identificazione di un valore quantificabile, incluso nel corrispettivo per l’acquisizione d’azienda o ramo aziendale o partecipazione;
c) la mancanza di una vita propria, separabile dal complesso aziendale, suscettibile di propri diritti e rapporti autonomi.





L’ammortamento dell'avviamento: secondo il codice civile esso non dovrebbe eccedere il limite di cinque anni, tuttavia può essere allungato entro il limite dell’utilizzazione futura di tale risorsa. L’OIC 24 stabilisce
che l’ammortamento dell’avviamento debba essere rilevato in base alla vita utile dello stesso, e debba avvenire sistematicamente, preferibilmente per quote costanti; prevede, altresì, la possibilità che sia fatto per periodi superiori ai 5 anni prescritti dal codice civile, ma prescrive che non superi i 20 anni.






Principi internazionali dello Ias/Ifrs ai fini contabili di società quotate su mercati regolamentati.


Secondo quanto previsto dai principi contabili internazionali, può essere considerata un intangible una risorsa che è:
a. un’attività (asset);
b. priva di consistenza fisica;
c. non monetaria;
d. identificabile.

Per quanto concerne il requisito dell’identificabilità, lo IASB chiarisce quali sono i criteri da soddisfare perché un’attività immateriale possa dirsi identificabile; tale condizione viene rispettata se, e solo se, la risorsa intangibile 124:

− è separabile: significa che la componente immateriale può essere trasferita, separata, ceduta, locata in modo autonomo rispetto all’entità, sia da sola che insieme ad altre attività o passività; la risorsa immateriale può essere, quindi, oggetto di un autonomo negozio giuridico.
− deriva da forme contrattuali o da altri diritti legali, indipendentemente dal fatto che tali diritti siano separabili o trasferibili dall’entità o da altri diritti o obbligazioni.

A tal riguardo, specifiche disposizioni vengono elaborate dai principi contabili internazionali per le seguenti tipologie di risorse immateriali: know-how, capitale umano e relazione con la clientela.

Dalla conoscenza di mercato e dalla conoscenza tecnica (il know-how) possono derivare benefici economici futuri qualora l’impresa sia in grado di proteggere le conoscenze attraverso diritti legali, come, ad esempio, i diritti d’autore, o grazie a forme contrattuali quali accordi commerciali, permessi, restrizioni, obblighi di riservatezza da parte dei dipendenti. Viceversa, in mancanza di forme di tutela giuridica, la presente tipologia di risorse non è soggetta al controllo da parte dell’impresa e non può essere, quindi, considerata un asset immateriale.


Un ulteriore elemento di successo per l’impresa è rappresentato dalla disponibilità di particolari competenze del personale. Come già osservato nei paragrafi precedenti, l’identificazione del capitale umano quale componente strategica del successo dell’impresa è un concetto ampiamente condiviso negli studi economico-aziendali. Pertanto, tali elementi difficilmente soddisfano la definizione di asset intangibili, a meno che non siano anch’essi soggetti a una forma di tutela giuridica che ne garantisca il pieno ed esclusivo utilizzo, nonché l’ottenimento dei connessi benefici economici futuri attesi.


Le relazioni con la clientela e la fedeltà commerciale possono agevolare la continuità nei rapporti commerciali
intrattenuti dall’entità produttrice con i clienti. È ragionevole pensare che, grazie alle relazioni positive allacciate in precedenza e alla fedeltà venutasi a creare, i rapporti commerciali permangano, anche qualora si verifichi un trasferimento dei diritti di proprietà. In assenza di diritti legali o contrattuali è difficile pensare ad un controllo da parte dell’impresa su elementi quali il portafoglio clienti, la quota di mercato, le
 commerciali e la fedeltà della clientela.

Classificazione intangibili:

A. Intangibili legati al marketing
1. Marchi
2. Domini di Internet
3. Imballaggio commerciale
4. Testate giornalistiche
5. Accordi di non concorrenza
B. Intangibili legati ai rapporti di clientela


1. Clientela (customer list)
2. Portafoglio ordini
3. Relazioni contrattuali con clienti
4. Relazioni non contrattuali con clienti
C. Intangibili riguardanti opere dell’ingegno o beni artistici
1. Commedie, opere, balletti
2. Libri, riviste, quotidiani e altre opere letterarie
3. Lavori musicali, come composizioni, testi di canzone e jingle pubblicitari
4. Immagini e fotografie
5. Materiali audiovisivi come disegni animati, video musicali e programmi televisivi
D. Intangibili basati sui contratti
1. Accordi di licenze e royalties
2. Contratti pubblicitari, di costruzione, di gestione, di servizio, di fornitura
3. Contratti d’affitto
4. Permessi di costruzione
5. Contratti di franchising
6. Diritti di trasmissione
7. Diritti d’uso (aria, acqua, …)
8. Contratti di manutenzione e diritti derivanti da ipoteche
9. Contratti di mutuo
E. Intangibili basati sulle conoscenze tecnologiche
1. Brevetti
2. Software
3. Tecnologia non brevettata
4. Banche dati
5. Segreti di produzione (formule, processi, ricette)


Valutazione iniziale e modalità di acquisizione
Ai fini della rilevazione in bilancio del valore delle attività immateriali si individuano due operazioni fondamentali:
− la valutazione iniziale, da effettuarsi nel momento in cui il bene viene compreso nel patrimonio aziendale;
− la valutazione successiva, che si verifica ogniqualvolta venga rilevata in bilancio l’attività dopo l’iscrizione iniziale.




Di seguito vengono analizzate le modalità di acquisizione delle attività immateriali previste dallo IAS 38 così annoverate:
− attività acquisite separatamente;
− attività generate internamente;
− attività acquisite attraverso contributi pubblici;
− attività acquisite attraverso operazioni di permuta;
− attività acquisite in operazioni di business combination.

Rientrano nel valore contabile tutte le spese inerenti la creazione, produzione e preparazione del bene, necessarie per poter utilizzare l’attività immateriale secondo quanto prospettato dal piano programmatico

aziendale.
Esemplificazioni dei costi imputabili e non imputabili.
Costi direttamente imputabili 
a. le spese per materiali e servizi utilizzati o consumati nel generare l’attività
immateriale
b. costi per i benefici per i dipendenti connessi alla realizzazione delle attività
immateriali
c. imposte per registrare un diritto legale
d. ammortamento dei brevetti e licenzeutilizzati per la realizzazione degli asset
intangibili
Costi non imputabili
a. spese di vendita, amministrative e altre spese generali, salvo quelle attribuibili direttamente alla preparazione dell’attività
b. inefficienze chiaramente identificate e costi operativi iniziali sostenuti prima che il bene raggiunga i livelli di
efficienza programmati
c. spese relative alla formazione del personale e alla gestione dell’attività

Valutazione successiva all’iscrizione iniziale

I modelli di valutazione:
Successivamente all’iscrizione iniziale, un’attività immateriale deve essere rilevata in bilancio utilizzando uno dei seguenti modelli alternativi di valutazione:
− cost model, in base al quale un intangible asset deve essere iscritto in bilancio al costo al netto degli ammortamenti e delle eventuali perdite per riduzione di
valore;
− revaluation model, in base al quale un’attività immateriale può essere iscritta al suo fair value al netto dell’ammontare complessivo degli ammortamenti e delle perdite per riduzione di valore.




Vita utile e ammortamento


Suddividiamo la categoria delle attività immateriali in due fondamentali tipologie:
a. a vita utile finita;
b. a vita utile indefinita.
Si definisce vita utile la quantità di prodotti o unità similari derivanti dall’utilizzo dell’attività immateriale, oppure quell’intervallo di tempo durante il quale l’impresa si aspetta di ricevere flussi finanziari netti in entrata originati dalla disponibilità del bene.
Un’attività intangibile è annoverata come bene a vita utile “indefinita” quando non è possibile stabilire, sulla base di fattori rilevanti, un limite prevedibile al periodo in cui essa potrà essere utilizzata dall’entità economica.


Molteplici sono gli elementi che possono essere considerati per stabilire la natura della vita utile di un’attività immateriale; di seguito vengono illustrati quelli ritenuti fondamentali e citati dallo IAS 38158:
a. l’utilizzo atteso dell’attività da parte dell’impresa e se il bene possa essere eventualmente gestito in modo efficace da un altro gruppo dirigente dell’entità economica;
b. i cicli di vita produttiva caratteristici dell’attività e le informazioni pubbliche sulle stime della vita utile di attività analoghe utilizzate in modo simile;
c. l’obsolescenza tecnica, tecnologica, commerciale o di altro tipo;
d. la stabilità del settore economico di riferimento dell’attività e i cambiamenti inerenti alla domanda nel mercato dei prodotti e servizi generati dall’attività;
e. le azioni future dei concorrenti, di cui l’impresa ha conoscenza;
f. il livello delle spese di mantenimento per ottenere i benefici economici futuri attesi dall’attività e l’intenzione dell’impresa di raggiungere tale livello;
g. il periodo di controllo e i limiti legali o similari all’utilizzo dell’attività, quali le scadenze dei relativi contratti di locazione;
h. la dipendenza da altre attività dell’impresa, ossia la vita utile dell’attività può dipendere da quella di altre attività dell’entità economica.



− gli intangibles a vita utile finita devono essere sottoposti ad un processo di ammortamento ed eventualmente ad una verifica di valore (impairment test);

− gli intangibles a vita utile indefinita non sono soggetti ad ammortamento ma sono sottoposti, almeno una volta all’anno, all’impairment test, secondo quanto disposto dallo IAS 36.

Cos'è l'impairment test?


L’obiettivo della procedura di impairment test è quello evitare di iscrivere in bilancio attività con valori superiori rispetto alle utilità economiche derivanti all’impresa dall’uso diretto o dalla vendita della stesse.

Le principali tematiche affrontate dal suddetto principio:
– il valore recuperabile e la perdita di valore;
– la nozione di cash generating unit;
– la rilevazione della perdita e del ripristino di valore.



Alcune riflessioni a carattere generale sulle società quotate sulla Borsa Italiana.


Più di un terzo degli investimenti durevoli impiegati dall’azienda sono rappresentati da attività intangibili, comprensive del valore dell’avviamento.


L’avviamento risulta essere la componente preponderante della categoria intangibile.

La totalità delle immobilizzazioni immateriali è finanziata dal patrimonio netto.
È opportuno sottolineare che, diversamente dall’indice di rilevanza calcolato in rapporto all’attivo non corrente, la relazione tra attivo immobilizzato e patrimonio netto oscilla tra valori molto variabili a seconda della società considerata. Infatti, si possono rilevare alcuni casi limite in cui il peso degli asset è quattro o sette volte l’importo riferito al netto patrimoniale.


Tali situazioni non si possono considerare propriamente anomale, in quanto si rilevano diversi casi di questo genere. Solitamente, qualora si riscontrino rapporti fortemente squilibrati tra i valori analizzati, è frequente che la causa sia attribuibile al ridotto valore del patrimonio netto, piuttosto che alla elevata presenza di beni
immateriali.

Investimento medio in attività immateriali per settore


Finanziari 31,37%
Immobiliari 8,23%
Alimentari 42,14%
Auto 26,64%
Pubblica utilità 25,93%
Costruzioni 20,52%

Elettronici 35,06%
Impianti e macchine 39,18%
Tessile 34,29%
Editoriali 73,15%
Industriali diversi 29,61%
Industriali diversi 13,03%
Petroliferi 36,40%
Distribuzione 20,32%
Chimici 82,62%
Servizi diversi 16,40%
Trasporto 31,37%




















mercoledì 20 marzo 2013

BTP ITALIA


Btp Italia : indicizzato all'inflazione italiana

Il nuovo titolo, il cui collocamento è avvenuto attraverso la piattaforma MOT, è un titolo di Stato che fornisce all’ investitore una protezione contro l’aumento del livello dei prezzi italiani: sia le cedole, pagate 
semestralmente, che il capitale, la cui rivalutazione viene anch’ essa corrisposta semestralmente, sono
rivalutati in base all’ inflazione italiana, misurata dall’Istat attraverso l’indice nazionale dei prezzi al consumo
per famiglie di operati ed impiegati (FOI) con esclusione dei tabacchi. Grazie al meccanismo di indicizzazione
utilizzato, ogni 6 mesi è riconosciuto al detentore il recupero della perdita del potere di acquisto realizzatasi in
quel periodo, attraverso il pagamento della rivalutazione semestrale del capitale sottoscritto. Inoltre, le cedole, anch’ esse pagate semestralmente, garantiscono un rendimento minimo costante in termini reali. Infatti, l’ammontare di ciascuna cedola è calcolato moltiplicando la metà del tasso di interesse reale cedolare annuale  fisso, stabilito all’ emissione, per il capitale sottoscritto rivalutato sulla base dell’inflazione verificatasi su base semestrale. Alla scadenza finale dei quattro anni, il BTP Italia garantisce la restituzione del valore nominale sottoscritto.

Meccanismo indicizzazione


L’importo variabile delle cedole semestrali
è calcolato moltiplicando il tasso annuo di interesse cedolare reale, diviso due, per il capitale nominale
rivalutato alla data di pagamento della cedola (pari al capitale nominale sottoscritto moltiplicato per il
Coefficiente di Indicizzazione alla data di pagamento della cedola).


Cedola semestrale = Tasso cedolare annuo minimo garantito/2 x capitale investito x il coefficiente di indicizzazione

N.B : Il tasso cedolare è messo in valori decimali e non in %. Quindi una cedola del 3% vale 0,3 .

Nel caso in cui il coefficiente di indicizzazione semestrale sia inferiore all’ unità , ovvero nel caso in cui si verifica una riduzione dei prezzi su base semestrale, a cui corrisponde una svalutazione del capitale, si assume che il numero indice dei prezzi sia uguale a quello del periodo precedente (meccanismo cosiddetto del floor sulla cedola). Di conseguenza, il coefficiente di indicizzazione diventa uguale a uno (coefficiente di indicizzazione modificato), e quindi viene corrisposto il tasso cedolare reale, che costituisce il rendimento minimo garantito. Nel periodo successivo, qualora il coefficiente di indicizzazione su base semestrale ritorni

superiore all’unità, si prende come base il numero indice dei prezzi del semestre precedente,
purché quest’ultimo sia superiore all’ultimo valore massimo rilevato nei semestri precedenti.
Altrimenti la base continuerà ad essere costituita dall’ultimo valore massimo.


Oltre al pagamento della cedola semestrale, è prevista anche la corresponsione della quota di rivalutazione del capitale nominale sottoscritto, maturata nel semestre di riferimento:


Rivalutazione Capitale = Capitale investito x coefficiente di indicizzazione modificato

Nel caso in cui il coefficiente di indicizzazione semestrale sia inferiore all’ unità, non viene corrisposta alcuna

rivalutazione (meccanismo cosiddetto del floor sul capitale). Nel periodo successivo, qualora il
coefficiente di indicizzazione su base semestrale ritorni superiore all’ unità, si prende come base
il numero indice dei prezzi del semestre precedente, purché quest’ultimo sia superiore all’ ultimo
valore massimo rilevato nei semestri precedenti. Altrimenti la base continuerà ad essere
costituita dall’ ultimo valore massimo.



Il Coefficiente di Indicizzazione

La rivalutazione del capitale nominale sottoscritto e delle cedole avviene attraverso il Coefficiente di
indicizzazione (CI). In particolare, CI è calcolato sulla base dell’inflazione rilevata dall’ indice FOI, con
esclusione del tabacco, elaborato e pubblicato mensilmente dall’ Istat. Tale coefficiente permette di conoscere ad una generica data (giorno “d” del mese “m”), il valore del capitale nominale rivalutato sulla base dell’andamento dei prezzi.

Il CI è calcolato mediante la seguente formula:

CI =  numero dell'indice Foi (in giorno ''d'' del mese ''m'' del pagamento della cedola) / numero dell'indice Foi (in giorno ''d'' del mese ''m'' alla data di pagamento della cedola precedente).


Nel caso di pagamento della prima cedola, quando la data di godimento della cedola coincide con la data di 
godimento del titolo, allora si prende come numero indice base del CI quello alla data di godimento del titolo.

Calcolo del numero indice di riferimento



Poiché l’indice dei prezzi FOI ex tabacchi viene pubblicato dall’Istat nella seconda metà del mese successivo a quello di riferimento, per calcolare il numero indice dei prezzi ad una generica data (giorno d del mese m) si
procede con la seguente modalità di calcolo per interpolazione:

Numero indice Foi = Nifoim-3 + d-1/gg x (Nifoim-2 - Nifoim-3)


dove:

Numero indice Foi indica il numero indice del giorno d del mese m;
Nifoim-3 è l’indice FOI ex tabacchi che precede di 3 mesi quello per il quale viene effettuato il calcolo;
Nifoim-2 è l’indice FOI ex tabacchi che precede di 2 mesi quello per il quale viene effettuato il calcolo;
d è il giorno del mese per cui si sta effettuando il calcolo;
gg è il numero di giorni effettivi del mese m.

Il numero indice alla data di pagamento della cedola è calcolato a partire dagli Indici Istat FOI ex tabacchi
relativi a tre mesi e due mesi precedenti il mese per cui si effettua il calcolo. Il valore così ottenuto è troncato
alla sesta cifra decimale e arrotondato alla quinta. I valori mensili dell’indice Istat necessari per il calcolo dei
Numeri Indice e, quindi, del Coefficiente di Indicizzazione sono reperibili sul sito Internet dell’Istituto Nazionale
di Statistica al link  //rivaluta.istat.it/Rivaluta/#
Inoltre, i valori giornalieri dei Coefficienti di indicizzazione sono pubblicati mensilmente sul sito Internet del
Debito Pubblico (//www.dt.tesoro.it/it/debito_pubblico/)







Aumenti di capitale 2013 Piazza Affari

Bpm 500 mln
Banca Carige 400 mln
As Roma 80 mln
Mps 6,5 mld
Rcs 400 + 200 mln
Autostrada To-Mi (Astm) 500 mln
Banca Etruria 100 mln (entro 31 dic 2015)
Banca Pop Spoleto 30 mln
Bee Team 12,5 mln
Bialetti 15 mln
Cape Live 26 mln (già fatto)
Dmail 15 mln
Ergy Capital 14  mln
Gabetti 6 mln
Maire Tecnimont (ammontare nn ancora stabilito)
Lventure Group 5 mln (già fatto)
Molmed 5 mln (già fatto)
Chl 4,5 mln (in corso)
Bpm 500 mln
Prelios 185 mln

martedì 19 marzo 2013

Analisi di bilancio di Tenaris 2012

Tenaris

Conto economico

Ricavi +8,64%
Costo del venduto +5,8%
Spese di vendita,generali e amministrative +1,32%
Interessi passivi +5,92%
Proventi +8,49%
Tasse +13,92%
Margine di profitto netto 15,7% (dal 14,25% del 2011)
Interessi/utile operativo 2,36% (dal 2,84% del 2011)

Note positive: aumento dei  ricavi (maggiore rispetto all'aumento generale e dei costi;aumento dei proventi;aumento risicato delle spese di vendita/generali/amministrative; miglioramento del margine di profitto netto (sopra il 15%!!!).Interessi veramente esigui (sotto il 3%).
Note negative:aumento dei costi del venduto e degli interessi passivi (aumenteranno ancora nel 2013 causa aumento del debito,che rimane cmq ampiamente sotto controllo).

Stato patrimoniale

Attività nn correnti +5,98%
Immobilizzazioni tecniche +9,41%
Attività immateriali -5,21%
Investimenti in partecipate +46,67%
Crediti a lungo termine +6,59%
Attività correnti +9,29%
Totale attività +7,4%
Cash e investimenti a breve termine +0,57%
Altri investimenti +49,59%
Avviamento invariato
Altri crediti +7,75%
Crediti commerciali +8,95% (in linea con l'aumento dei ricavi,nn supportato da un aumento dei costi di vendita,fatto molto positivo)
Rimanenze +6,39% (in linea con l'aumento dei ricavi )
Passività nn correnti +22,32%
Debiti commerciali a lungo termine -100% (ma nn influisce molto sul totale delle passività nn correnti,la cifra è esigua)
Altre passività nn correnti -3,53%
Debiti a lungo termine +255,47%
Passività correnti +17,71%
Totale passività +19,32%
Debito a breve termine +55,14%
Altre passività correnti +4,46%
Debiti commerciali -2,06%
Anticipi da clienti +141,18%
Passività/attività 0,276 (da 0,248 del 2011)
Quoziente  liquidità (attività correnti/passività correnti) 2,47 (da 2,66 del 2011)
Debito totale +55,7%
Debito a lungo termine 33,12% (da 26,09% del 2011)
Debito totale/utile netto 1,345 (da 1,035 del 2011)
Debito a lungo termine/utile netto 0,445; quindi estinguibile in 163 giorni  (da 0,27 del 2011; 99 giorni)

Note positive:aumento delle attività correnti,nn correnti (soprattutto forte aumento delle immobilizzazioni tecniche),aumento del totale attività,;forte aumento degli investimenti;aumento dei crediti e delle rimanenze in linea con l'aumento dei ricavi.Ottimo rapporto Pass/att (0,276);Ottimo quoz. di liquidità.Debito totale estinguibile in un anno e mezzo con l'utile netto. Debito a lungo termine estinguibile in metà anno.

Note negative:aumento impercettibile del cash;aumento importante sia del totale attività sia delle attività correnti e di quelle nn correnti.Impressionante aumento del debito a lungo termine e di quello a breve (rimangono cmq sotto controllo).Aumento totale del debito.Aumento a 3 cifre degli anticipi ricevuti da clienti (è cmq una passività). Debito a lungo termine su quello a breve pari a un terzo del totale.Debito estinguibile in mezzo anno in più rispetto al 2011. Debito a lungo termine estinguibile in 64 giorni in più rispetto al 2011.

Rendiconto dei flussi di cassa

Operating Cash Flow +44,97%
Spese in conto capitale -8,45%
Acquisizioni +5323,92%
Flusso di cassa da investimento +146,17%
Flusso di cassa da finanziamento -36,29%
Debito pagato +33,37%
Debito emesso +182,86%
Dividendi pagati +11,77%
Ocf - flusso di cassa da investimento - dividendi pagati = -72,520 mln (da +278,953 mln del 2011)
Free cash flow +923,08% ( 532 mln).
Dividendi/Free cash flow 0,843

Note positive:forte aumento dell'Ocf,calo delle spese in conto capitale,aumento a 4 cifre delle acquisizioni,flusso di cassa da investimento in fortissimo aumento,calo dei flussi di cassa da finanziamento,Ma soprattutto un free cash flow eccellente e in aumento impressionante,dividendi /free cash flow sotto l'1.
Note negative:aumento enorme del debito emesso (per finanziare l'aumento dei flussi di cassa da investimento,infatti flussi di cassa da investimento +146,17% mentre debito emesso-debito pagato= risultato netto +149,49%).dividendo leggermente meno sostenibile soprattutto rispetto al 2011.

lunedì 18 marzo 2013

Crisi Cipro

Io la chiamo follia.
Questa mattina molti abitanti della piccola isola al di sotto della Turchia hanno avuto un cattivo risveglio.
Il presidente Niki Anastasiades venerdì ha ceduto alle richieste della Bce. Prelievo forzoso dai conti correnti del 9,9% per i depositi al di sopra dei 100 mila euro e del 6,75% sui depositi al di sotto dei 100 mila euro.
Domani 19 marzo alle 17 si saprà se il Parlamento cipriota appoggerà e approverà questo provvedimento.
Si tratta quindi di un prelievo forzoso,del valore stimato di 5,8 mld di euro.Personalmente di tipo dittatoriale(ma nell'Ue i capitali non erano liberi di muoversi?), verso dei poveri cittadini inermi alle politiche del Governo cipriota.
Questo prelievo è la condizione necessaria per ottenere 10 mld di finanziamento dalla Bce da usare totalmente per salvare la banche cipriote.
Da notare l'assurdità, che non si tratta di un prelievo unidirezionale.
Diverso quindi come modalità ed entità dal prelievo forzoso che fece  il Governo Amato nel 1992 (lo  0,6%).
 Nel caso di Cipro invece con il prelievo verranno comprate azioni della Banca presso la quale si ha il conto corrente.
E' un obbligo inaudito di comprare con i propri risparmi azioni bancarie e di non poterle vendere.
La libertà del risparmiatore viene completamente annullata.
Da notare che i risparmi nelle banche di Cipro corrispondono all'850% del Pil dell'isola.
Circa la metà dei risparmi appartengono a stranieri ,di cui molti Russi. Infatti la disapprovazione verso tale manovra è già stata esternata da Putin(''ingiusta ,non professionale e pericolosa).
Questo provvedimento è già stato definito Household  sector Involvement ovvero coinvolgimento delle famiglie. Questo ha portato alla corsa ai bancomat(ma il prelievo massimo consentito è di 800 euro giornalieri), ma sorpresa, oggi lunedì è festa nazionale e  le banche sono chiuse (quindi tutto è stato ben pianificato a scapito dei ciprioti) , lo rimarranno fino a mercoledì (giovedì riapriranno).
Altro fattore particolare è che gli obbligazionisti privilegiati non verranno minimamente intaccati dalla manovra,quindi mostrando un' enorme iniquità.

Aggiornamento 19/03/2013
Quant'è l'esposizione delle banche tedesche su Cipro? 5,8 mld. Che strana coincidenza...proprio uguale al piano di prelievo forzoso.
Per ora il Parlamento cipriota ha bocciato la manovra, anche con il compromesso di non tassare i conti sotto i 20 mila euro.Nel frattempo secondo indiscrezioni del Sole 24 Ore il ministro cipriota Sarris sarebbe in procinto di proporre alla Russia un accordo: in cambio di una tassa tra il 20 e il 30% sui depositi russi in cambio di una quota della società energetica cipriota con annessi altri benefici nel settore del gas.Probabile il rifiuto dello stesso Presidente Anastasiades.
Aggiornamento 20/03/2013
Panicos Demetriades, Governatore della Banca Centrale cipriota ha ammesso che all'apertura degli sportelli bancari si potrebbe assistere a una fuga di 7,5 mld dai depositi(10% del totale). Questo grazie alla misura voluta dalla Troika.
In realtà la fuga di capitali è già iniziata da tempo, in gennaio 1,7 mld (3% del totale), in febbraio 2  mld . Evidentemente tra i ricchi russi e inglesi qualcuno aveva intuito....o era stato preventivamente avvisato della manovra.
Infine i voti di ieri in parlamento:
19 deputati legati ad Anastasiadis si sono astenuti, 1 si è assentato
36 deputati dell'opposizione hanno votato contro

Nel frattempo il ministro Michael Sarris ha chiesto ai russi l'estensione di 5 anni di un prestito da 2,5 mld che scade nel 2016 con annessa riduzione dell'interesse attuale (4,5%). Per i russi la posta in gioco è alta, circa 19 mld detenuti presso le banche cipriote, più un esposizione delle banche russe di 12 mld. Totale 31 mld.

giovedì 14 marzo 2013

Analisi di bilancio Eni 2012

Eni

Conto economico

Ricavi +18,6%
Costo de lavoro +5,77%
Acquisti,servizi e altri costi +21,1%
Costi operativi +20,28%
Ammortamento e svalutazioni +54,37%
Proventi +13,21%
Oneri +11,66%
Perdite da derivati +124,11%
Proventi da partecipazioni +35,7%
Imposte +17,73%
Utile netto +11,15%
Margine di profitto netto 6,73% (da 7,18% del 2011)
Utile operativo -10,58%
Oneri/utile operativo 55,07% (da 44,1% del 2011)

Note positive:aumento ricavi;aumento utile netto;aumento dei proventi
Note negative:aumento costo del lavoro;aumento complessivo dei costi operativi (maggiore rispetto all'aumento dei ricavi);aumento importante dell'ammortamento;aumento degli oneri;enorme aumento delle perdite da derivati;calo del margine di profitto netto;oneri/utile operativo in aumento.

Totale attività -1,82%
Attività correnti +29,45%
Cash e investimenti a breve +422,07%
Crediti commerciali +19,03%
Rimanenze +11,92%
Altre attività correnti -30,18%
Quoz. di liquidità 1,425 (da 1,072 del 2011)
Attività nn correnti -13,53%
Immobilizzazioni tecniche -13,74%
Scorte d'obbligo +4,11%
Attività immateriali -59,02%
Partecipazioni -27,01%
Altre partecipazioni +1174,44%
Altre attività finanziarie -22,94%
Altre attività nn correnti +4,1%
Passività/attività 0,5531 (da 0,5775 del 2011)
Passività correnti -2,65%
Passività nn correnti -9,2%
Debito a breve -20,19%
Debiti commerciali +5,92%
Altre passività correnti -35,76%
Debito a lungo -16,55%
Altre passività nn correnti -31,83%
Debito totale -19,74%
Debito totale /  utile netto 3,214 anni (da 4,451 del 2011)
Debito a lungo termine / utile netto 2,222 anni (da 2,961 del 2011)
Debito a lungo termine 78,81% (da 78,06% del 2011)

Note positive:aumento attività correnti;enorme aumento della liquidità;aumento dei crediti e delle rimanenze in linea con l'aumento dei ricavi;quoz. di liquidità migliorato notevolmente;rapporto pass/att in miglioramento;calo passività correnti ma soprattutto nn correnti; forte calo del debito a breve;forte calo delle altre passività correnti; forte calo del debito sia a lungo termine sia di quello totale;estinzione del debito totale e anche di quello a lungo termine con l'utile netto in miglioramento
Note negative:calo attività nn correnti;calo immobilizzazioni tecniche;calo delle partecipazioni. Calo importante delle attività immateriali.

Rendiconto dei flussi di cassa
Ocf -9,77%
Flussi di cassa da investimento -26,13%
Flussi di cassa da finanziamento +168,29% (passa da negativo a positivo)
Ocf -flussi di cassa da investimento - dividendi distribuiti= 306 mln (nel 2011 -531 mln)
Free cash flow +35,42%
Dividendi/Free cash flow 0,91

Note positive:dividendi sostenibili (306 mln);Free cash flow positivo;Dividendi/Free cash flow 0,91.
Note negative:calo Ocf;aumento importante dei flussi di cassa da finanziamento.

Plusvalenza cessione quota Snam 371 mln
Plusvalenza cessione azioni proprie Saipem 29 mln

martedì 12 marzo 2013

Analisi di bilancio Snam 2012

Snam
Conto economico
Ricavi +9,46%
Costi operativi +14%
Ammortamento +7,95%
Oneri +60,73%
Perdite da strumenti derivati +485,51%
Netto tra oneri e proventi finanziari (valore neg,quindi onere) +153,67%
Imposte -34,55%
Utile netto -1,39%
Margine di profitto netto 19,74% (dal 21,91% del 2011)
Interessi/utile operativo 18,81% (dal 12,62% del 2011)
Costi operativi/Ricavi 28,61% (dal 27,55% del 2011)
Ammortamento/Ricavi 17,89% (dal 18,14% del 2011)

Note positive: aumento dei ricavi; calo notevole delle imposte;Margine di profitto netto ancora tra i migliori nonostante il calo.
Note negative:Costi operativi in aumento rispetto ai ricavi;ammortamento in aumento;oneri in forte aumento (causa trasformazione del debito a breve in debito a lungo termine);segnalo perdite veramente enormi (ma soprattutto evitabili) con l'uso di prodotti derivati (probabile uso di futures sul gas);debole calo dell'utile netto;calo del Margine di profitto netto che scende sotto la linea personale del 20%;interessi/utile operativo sopra il 15%.

Stato patrimoniale

Totale attività +6,78%
Attività correnti +36,04%
Cash e liquidità +650%
Crediti comm. +32,56% (verso parti correlate -0,18%)
Rimanenze -14,04%
Altre attività correnti +248,49%
Attività nn correnti +4,04%
Immobilizzazioni tecniche +3,34%
Attività immateriali +3,35%
partecipazioni +48,28%
Scorte di sicurezza -10,85%
Totale passività +8,44%
Passività correnti -61,2%
Passività nn correnti +54,95%
Debito a breve termine -86,02%
Debiti commerciali +9,9%
Debito a lungo termine +75,57%
Debito totale +12,1%
Debito a lungo termine  95,1% (dal 60,72% del 2011)
Altre passività nn correnti -28,19%
Debito a lungo termine/utile netto 15,32 anni
Debito totale/utile netto 16,92 anni (da 15,28 del 2011)
Pass/att 0,7374 (dal 0,7262 del 2011)
Quoz. liq. 1,04 (dal 0,2967 del 2011)

Note positive:aumento dell'attivo totale;sia circolante (forte incremento) sia delle immobilizzazioni tecniche. Crediti in aumento (ma meno dei ricavi,cmq con stabilità di quelli verso le parti correlate);rimanenze in calo (ottimo);attività immateriali costanti.Passività correnti in enorme calo;in enorme calo il debito a breve termine (finalmente!);altre passività nn correnti in calo; debito a lungo termine al 95%.Quoz. di liquidità a 1.04.
Note negative:aumento totale passività; forte aumento passività nn correnti;aumento del debito totale (anche se per fortuna a favore di quello a lungo termine);leggero peggioramento pass/att; 1,64 anni (16,92 anni) in più per pagare il debito totale con l'utile netto.


Rendiconto dei flussi di cassa
Cash flow operativo -46,65%
Flussi di cassa da investimento -14,92%
Flussi di cassa da finanziamento +1108,89%

Ocf-flussi di cassa da investimento- dividendi distribuiti= -1342 mln (nel 2011 -862 mln)
Free cash flow -390 mln (nel 2011 -52 mln)
Dividendi pagati 811 mln

Note positive: non ce ne sono.
Note negative: cash flow operativo in forte calo; flussi di cassa da finanziamento in aumento a 4 cifre. Calo dei flussi per gli investimenti. Dividendo non sostenibile con l'utile netto (si ricorre al debito); free cash flow negativo.

lunedì 11 marzo 2013

Diasorin analisi di bilancio (8 marzo 2013)

Analisi del comunicato stampa dell'8 marzo 2013.
Ricavi -1,4%
Costo del venduto +8,1%
Margine di profitto lordo 68,55% (dal 71,33% del 2011)
Spese amministrative +4,9%
Costi di ricerca +8,9%
Spese di vendita +5,2%
Spese amm.,vendità,ricerca/Profitto lordo 51,68% (dal 46,33% del 2011)
Oneri finanziari (al netto dei proventi) -43,5%
Utile netto -12%
Margine di profitto netto 20,22% (dal 22,64% del 2011)

Stato patrimoniale
Attivo circolante +16,49%
Rimanenze +3,34% (da notare un aumento delle rimanenze nn correlato all'aumento degli utili,quindi infruttuoso)
Crediti -2,43% (calo dei crediti in linea con il calo dei ricavi)
altre att. correnti +54,82%
Cash e liquidità +63,07%
Quoz. Liquidità 2,53 (dal 3,34 del 2011)
Immobilizzazioni tecniche +4,13%
Attività immateriali +1,3%
Attività nn circolante +3,16%
Tot attività +10,72%
Debito a lungo -64,47%
Passività nn correnti -22,08%
Debito a breve +450,85%
Debito a lungo 7,88% debito a breve 92,12%
Totale passivo +27,57%
Pass/att 0,2989 (dal 0,1698 del 2011)
Totale debito (breve e a lungo)/utile netto=240 giorni x estinguerlo
Passività correnti +53,79%
Totale debito +156,44%


Note positive del conto economico:Margine del profitto lordo sopra il 40%;spese/profitto lordo tra 30% e 80%;oneri in netto calo;margine di profitto netto del 22,22% (la società cmq resta in posizione di monopolio).
Note negative:calo dell'utile netto;spese di vendita e di amm. in aumento;costo del venduto in aumento;calo risp al 2011 del margine di profitto netto.
Note positive stato patrimoniale:aumento att. circolante,del cash e dell'attivo nn circolante e dell'attivo complessivo;forte calo del debito a lungo;quoz. liq. ancora ottimo;calo passività nn correnti;pass/att ottimo;estinzione di tutto il debito in 240 giorni coll'utile netto.
Note negative:aumento delle rimanenze nn correlato all'utile (in calo);quoz. liq. in peggioramento (risp 2011);debito a breve in impressionante aumento (usato
per pagare il div);passività correnti in forte aumento;debito in fortissimo aumento.

La società rimane solida sia come business(vedasi il margine di profitto netto) sia come patrimonio. Il debito contratto a breve nn pregiudica alcuna liquidità e consente di pagare interessi minori.Continua il piano di buyback.

Analisi del rendiconto.
Ocf +1,85%
Ocf-flussi da investimento -div=53 mln di euro.l'azienda riesce perfettamente a finanziare il proprio business.
Cassa e mezzi equivalenti(al netto dei finanziamenti a breve):+63,07%.
Il rendiconto mostra cmq un'ottima situazione.


PFN + 13,19%
Infine si denota un free cash flow di 82,6 mln +37,79%.
Segnalo la spesa di 7,6 mln x l'acquisto di NorDiag (diagnostica molecolare).
Distribuzione del mercato:
Europa e Africa 49% (dal 46,9% del 2011) (aumento dovuto alle performance in Turchia e Russia,tiene bene l'Italia,cresce la Germania;calo in Francia e Spagna).
Nord America 31,7% (dal 35% del 2011)
Asia e Oceania 11,9% (dal 10,5% del 2011) (forte aumento in Cina ma forte calo in Australia)
Centro e Sud America 7,4% (dal 7,6% del 2011)(Brasile in calo e Messico in aumento si annullano a vicenda).
Calo dei profitti in America (fatto negativo).

Studio settoriale.
In calo i metodi Elisa e Ria 13,9% da 16,3%
inizio della diagnostica molecolare 0,4% (grazie all'acquisizione,fatto positivo).
Clia stabile.
Strumentazione in aumento 12,2% dal 10%.
Sottolineo la prosecuzione della tecnologia Lamp. x l'amplificazione delle seq. geniche di dna e rna. ottimo tempo di esecuzione. (1 ora).
Da notare che il settore è la diagnostica e nn la ricerca di nuovi farmaci.
Il calo del test Elisa e del Ria (sono simili) è da imputare a una maggiore concorrenza.ma sono ancora ampiamente utilizzati.


giovedì 7 marzo 2013

Cosa sono le Azioni

L'azione è uno strumento finanziario che funziona da unità di misura della partecipazione dell'azionista al capitale della società
Il guadagno deriva dalla differenza tra il prezzo di vendita e il prezzo di acquisto (capital gain) e dall'incasso dei dividendi (spesso costituiti da parte degli utili della società).
Azioni ordinarie.
DIRITTI DELL'AZIONISTA
-partecipazione proporzionale agli utili netti della società e del suo patrimonio netto risultante dalla liquidazione della stessa
-opzione nella sottoscrizione di azioni o obbligazioni convertibili di nuova emissione
-recesso dalla società qual'ora sia dissenziente su delibere concernenti:

  1. cambiamento dell'oggetto sociale che comporti un cambiamento radicale nell'attività della società
  2. trasformazione della società
  3. trasferimento della sede sociale all'estero
  4. revoca dello stato di liquidazione
  5. eliminazione di alcune cause di recesso
  6. modifica dei criteri di determinazione del valore dell'azione in caso di recesso
  7. modificazioni dello statuto su note concernenti diritti di voto o di partecipazione
-partecipazione all'assemblea degli azionisti,con diritto di voto (1 azione 1 voto)
-richiesta di convocazione dell'assemblea degli azionisti qual'ora la domanda sia richiesta da almeno 1/10 del capitale sociale
-intervento sull'ordine del giorno con annessa verbalizzazione dell'intervento
-impugnazione delle delibere assembleari,attribuito agli azionisti (anche assenti,astenuti o dissenzienti) che rappresentino almeno lo 0,1% del capitale sociale. L'impugnazione deve essere fatta entro 90 giorni dalla delibera,e entro 3 mesi dall'iscrizione se la delibera è soggetta a deposito presso il Registro delle imprese.

OBBLIGHI DELL'AZIONISTA
-obbligo di conferimento
-obbligo di non esercitare il diritto di voto nei casi di conflitto d'interesse con la società per conto proprio o di terzi
-obbligo di comunicare alla società emittente ogni elemento necessario alla corretta intestazione dei certificati

ALTRE TIPOLOGIE DI AZIONI
Azioni privilegiate:hanno un privilegio nella distribuzione degli utili (dividendi) e nel rimborso del capitale in caso di scioglimento della stessa società.I detentori di azioni privilegiate hanno una limitazione nel diritto di voto (escluse le delibere di assemblee straordinarie e di assemblee speciali). Se viene mantenuto il diritto di voto,senza alcuna limitazione, si parla di Azioni preferenziali.
Azioni di risparmio:prive del diritto di voto.ma con privilegi patrimoniali.Questi vengono emananti all'atto costitutivo dell'azione.Il valore nominale complessivo delle azioni di risparmio non può superare la metà del capitale sociale.Esiste un'apposita assemblea che delibera sulla nomina o revoca del rappresentante comune.
Azioni a favore dei prestatori di lavoro:previste dall'art. 2349 C.C., possono essere assegnate in modo straordinario ai dipendenti per distribuire l'utile per rafforzare i rapporti tra dipendenti e società. Il capitale deve essere,conseguentemente aumentato.

RISCHI
Rischio di mercato: rischio sistematico e rischio specifico.
Il rischio sistemico è causato dai movimenti dell'intero mercato azionario; il rischio specifico si riferisce alle caratteristiche specifiche di settori o titoli,può essere ridotto attraverso la diversificazione e una precisa strategia di asset allocation.

Rischio di volatilità:indica la sensitività delle quotazioni di un titolo azionario rispetto ai movimenti del mercato di riferimento.Vedi articolo sul coefficiente Beta:http://poetryandtrading.blogspot.it/2013/02/coefficienti-alfabetabeta2rquadro.html

Rischio di liquidità:investire in un azione che incorre nel rischio di liquidità,vuol dire affrontare l'incertezza legata alla possibilità di riconvertire l'investimento in liquidità,con annessi periodi di attesa e anche a volte relativi costi).

Rischio di cambio:dovuto quando si possiedono azioni in una divisa diversa da quella di origine dell'investitore.Possono annullarsi o essere ridotti i guadagni a causa della volatilità del cambio.