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lunedì 28 gennaio 2013

Stop loss (parte 2):trailing stop

Il trailing stop, nel caso in cui una posizione aperta inizi a muoversi in profitto, si sposta lo stop iniziale nella direzione assunta dallo strumento finanziario.Spesso viene posizionato vicino alla massima performance conseguita,lasciando comunque un certo range ,spesso minimo,per consentire piccole oscillazioni.
Il trailing stop viene confrontato sovente con il take profit.
Vi sono però delle criticità,infatti l'intera chiusura di una posizione aperta attraversa un take profit integrale consente di raggiungere il massimo profitto ,ma impedisce al trader di approfittare di un possibile proseguimento del trend.Un trailing stop stretto integrale invece consente sempre di conseguire un buon rendimento,ma anche in questo caso di   non approfittare di un proseguimento del trend.Invece un trailing stop ampio può portare in caso di inversione del trend a perdere parte del guadagno conseguito nel tempo.
La posizione migliore è trovare una via di mezzo,ovvero monetizzare attraverso un take profit  metà posizione e inserire un trailing stop per la restante parte così da non correre eccessivi rischi.
Persiste il problema tra trailing stop stretto e trailing stop ampio. Sicuramente è da favorire un range più stretto con volatilità elevata,operazioni in leva e soprattutto operazioni corte. Oppure la componente rimasta investita con il trailing stop potrebbe essere ulteriormente divisa in metà con range ampio e metà con range stretto.
Abbiamo vari tipi di trailing stop.Innanzitutto i trailing stop decisi con il metodo dello swing ovvero al di sotto di nuovi minimi recenti (massimi recenti se si parla di operazioni corte).
Abbiamo poi i trailing stop con tick fissi,ovvero si aumenta lo stop di un numero di tick a fronte di un movimento del mercato dello stesso numero di tick.
Infine vi è sempre il posizionamento del trailing stop con l'uso della volatilità.

Le criticità per i trailing stop con uso della volatilità e dello swing ampio vi è il rischio di conseguire guadagni inferiori in caso di rintracciamenti.  Invece il trailing stop con tick fissi non fornisce discrezionalità al trader,rappresentando però uno strumento oggettivo migliore dei precedenti.

Riassumo,secondo la mia modesta opinione,  il giusto comportamento da parte di un trader.
Si apre una posizione,contemporaneamente si inserisce uno stop loss in percentuale,in base alla propria propensione al rischio.Se il titolo ha un movimento al rialzo (al ribasso se siamo corti) si posiziona su metà investimento un take profit( o comunque ad un primo livello di guadagno si monetizza).Sulla restante parte si inserisce un trailing stop con tick fissi da consentire un piccolo gain comprese le commissioni. Quindi si monetizza metà investimento,mentre alla restante parte è concesso di ''correre''in caso di conferma della tendenza di mercato. In caso di rintracciamento comunque vi sarà su metà investimento un esiguo gain che coprirà almeno le commissioni.

Ritornando alla didattica,in seguito ad un guadagno virtuale dell'investimento il trailing stop deve essere inserito stretto.E' più importante proteggere i guadagni che farli ''correre''.Inoltre man mano che il guadagno diventa importante in termini percentuali,anche il trend dello strumento potrebbe rallentare.Diventa quindi una necessità monetizzare una parte più consistente,anche oltre il 50% ,dell'investimento.

Stop loss (parte 1)

Tagliare le perdite e lasciar correre i profitti. La  massima più importante in Borsa,conosciuta da tutti, riassume l'importanza dello stop loss,come strumento fondamentale sia per uno speculatore sia per uno scalper day trader e persino investitore.Lo stop loss iniziale viene ad essere una tecnica di money management e controllo del rischio inserita quando si inserisce l'ordine di acquisto.E' una difesa preordinata volta a proteggere il capitale.Lo stop loss viene visto dal punto di vista psicologico,non come uno strumento oggettivo in aiuto al trader,ma come un insuccesso. Perchè ricordo che dal punto di vista mentale una perdita virtuale è ben differente da una perdita reale.Spesso senza stop loss si innesca un meccanismo di speranza,perchè il titolo in futuro non potrebbe risalire?Atteggiamento che porta i più a perdite enormi.Anche
perchè ricordo che nonostante tutti gli strumenti e tutte le conoscenze possibili prevedere l'andamento dei prezzi vuol dire prevedere il futuro...Inoltre molti trader arrivano sempre a migliorare la propria strategia tecnica sempre e solo orientata all'analisi tecnica.Ma ricordo che il trader vincente e personalmente anche l'investitore vincente è colui che non si affida ad un solo strumento di analisi ma amplifica le proprie conoscenze,dal money management,al controllo del rischio,all'asset allocation,all' analisi ciclica e dei frattali,all'analisi tecnica,a quella fondamentale e di bilancio,all'econometria. Un trader vincente è un trader che sà limitare le perdite.
Lo stop loss iniziale può essere di due tipi:effettivamente inserito o mentale. Quello mentale viene ad essere un proposito ben pianificato dal trader di liquidare l'investimento raggiunto un determinato prezzo.E' naturale che lo stop loss mentale espone il trader ,non psicologicamente forte e distaccato,di cedere all'emotività. Lo stop loss effettivamente inserito invece risulta essere più efficace perchè oggettivo.
Altra distinzione deve essere fatta tra lo stop loss basato sul prezzo e quello sul tempo (time stop).
La ragione di fissare un time stop stà nel fatto che se l'ipotesi rialzista o ribassista non avviene entro un limite precedentemente deciso di tempo,non ha più senso conferire credito alla nostra ipotesi iniziale.Non vale la pena rimanere sull'investimento.
Lo stop loss sul prezzo invece è costituito da vari tipologie.
Abbiamo lo stop loss grafico assunto seguendo l'analisi tecnica e i vari livelli di supporti e resistenze.
Esempi grafici:


Stop loss appena al di sotto della linea inferiore del canale e take profit sulla linea superiore del canale

Stop loss sulla trend line o meglio neck line e in seguito secondo ordine con take profit sul pull back

Stop loss e take profit sui limiti del rettangolo,utile per monetizzare con mercato laterale e successivo ingresso in caso di breakout al rialzo.

Lo stop loss in percentuale o meglio monetario invece considera la propensione al rischio del trader. Se il trader ha una propensione alla perdita del 5% metteremo uno stop loss al 5%. In questo caso però si rischia di non seguire l'andamento del titolo. Un conto è mettere uno stop loss del 5% in un titolo con bassa volatilità un altro è metterlo ad un bancario.



Abbiamo anche lo stop loss collegato alla volatilità( media o massima).Se il titolo A ha avuto una volatilità media del 3% posso inserire uno stop loss appena al di sotto del 3%.Possiamo persino usare le Bande di Bollinger per definire gli stop loss sia impostandolo sulle due linee (stop loss su quella inferiore e take profit sulla superiore) sia con bolle di volatilità.
Esempi:


Stop loss sulla banda inferiore per proteggersi dall'esplosione di volatilità


Uso delle due bande per inserire stop loss e take profit

Svantaggi delle varie tecniche.
Stop loss grafico:in caso di elevata volatilità può esserci lo scatto di un stop loss e quindi soprattutto in un'ottica di time frame daily l'accumulo di più loss dovuti a stop loss. Naturale che non tiene conto sia della percezione del rischio del trader sia delle sue disponibilità liquide.
Stop loss in percentuale:non tiene conto delle diversità tra un titolo e un altro e del cambiamento di comportamento di un azione in un determinato lasso di tempo.
Stop loss sul range di volatilità: se usato con titoli con elevata volatilità media può portare a ingenti  perdite.
Ma non usare stop loss,sia mentali sia effettivamente inseriti, porta spesso ha perdite maggiori che con il loro utilizzo.

domenica 27 gennaio 2013

Misurazione del rischio e indici:Indice di Sortino e Downside risk

L'indice di Sortino sostituisce la concezione di deviazione standard/volatilità dell'indice di Sharpe con il concetto di DOWNSIDE RISK.
Mentre la deviazione standard misura la variabilità ovvero le oscillazioni del prezzo,sia positive sia negative,il Downside risk misura solo le oscillazioni negative rispetto ad un investimento ''privo di rischio''.

Quindi valuta solo i loss.Questo è importante,non smetterò di dirlo,per abituare l''investitore o lo speculatore che le oscillazioni portano anche a risultati negativi.

Quindi la formula:

In.Sortino=                                                        Rp-Rbot/DSR

Dove Rp è il rendimento dell'azione in una frazione di tempo t.
Rbot è il rendimento di un investimento ''privo di rischio''  in una frazione di tempo t.
DSR è il Downside Risk

Ma come si calcola il DSR?

Formula:

                                                            


d vuol dire DSR(Downside risk)
t è l'Rbot
r è la media algebrica dei rendimenti negativi 
f(r)dr è una costante che varia : se i rendimenti sono positivi è =0 ovvero tutto il Dsr=0 quindi nella media algebrica dei rendimenti negativi non considero rendimenti positivi;se i rendimenti sono negativi è=1




Esempio

Azione A valore iniziale di 100: rendimenti in 1 anno 
              -5%;-8%;+32%;-2%;-3%.........             valore finale:109,67   +9,67%

media dei rendimenti negativi in un anno=-5 -8 -2 -3....../numero delle rilevazioni=-4,5 (non considero i rend. positivi)

Rbot = rendim.annuale di un Bot 3%

DSR=radice quadrata di (3-4,5) alla seconda x1=1,5 (più alto è il Dsr più il rischio di rend. negativi è alto)

In.Sortino:9,67-3/1,5=4,4466

più è alto più l'extra rendimento è performante rispetto alla media dei rendimenti negativi.

Altro esempio con comparazione di più fondi:




Indice di SHARPE
Indice di SORTINO
Rank
Fondo
Sharpe
Rank
Fondo
Sortino
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Fondo A
Fondo B
Fondo C
Fondo D
Fondo E
Fondo F
Fondo G
Fondo H
Fondo I
1,215
1,164
1,137
1,133
1,132
1,125
1,101
0,984
0,981
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Fondo A
Fondo C
Fondo D
Fondo E
Fondo B
Fondo F
Fondo M
Fondo L
Fondo R
2,486
2,459
2,428
2,375
2,351
2,297
2,294
2,258
2,173

Il Fondo A è 1° sia con l'in. di Sharpe che con l'in. di Sortino
Il Fondo B come in. di Sharpe è 2° ma ha avuto molte oscillazioni negative infatti è 5°con l'in. di Sortino;quindi ha un rischio maggiore non visualizzabile con l'in. di Sharpe.

sabato 26 gennaio 2013

Misurazione del rischio e indici;INDICE RAP

Parlo ora di un altro indice,quello di Rap o di Modigliani.
Esso rappresenta in maniera diversa la stessa analisi dell'In. di Sharpe. Ovvero rappresenta il rendimento di ogni azione/prodotto/fondo che avrebbe garantito con la stessa volatilità del mercato. di riferimento.Rapporta quindi azioni diverse appartenenti allo stesso Benchmark.

Formula.
Dove: sigma m è il rischio di mercato;sigma p è il rischio del prodotto;R p è il rendimento del prodotto;R bot è il rendimento di un'attività ''senza rischio''.Notare che prima si calcolano i contenuti delle parentesi e poi questi vengono moltiplicati e alla fine si aggiunge il R bot.

Esempio:Fondo A= (7,2/12,3)x(15,4-5)    +5=11,09

Fondi
Rendim.to
Rischio
I/Sharpe
R.A.P
Leva
Rank
BOT
5
---
----
----
----
Mercato
12.3
7.2
1.01
----
1.00
---
Fondo A
15.4
12.3
0.85
11.09
0.59
3
Fondo B
12.9
14
0.56
9.06
0.51
6
Fondo C
13.1
11.3
0.72
10.16
0.64
4
Fondo D
9.8
8.6
0.56
9.02
0.84
7
Fondo E
11.3
9.3
0.68
9.88
0.77
5
Fondo F
14.0
8.8
1.02
12.36
0.82
2
Fondo G
12.1
6.3
1.13
13.11
1.11
(best)

Ma in parole pratiche cosa indica l'indice Rap per il fondo G?
Che al rischio di mercato 7,2 di volatilità il fondo avrebbe guadagnato ipoteticamente il 13,11%.E' naturale che l'analisi viene fatta su dati storici.Notare anche che la graduatoria dell'indice Rap è uguale a quella dell'indice Sharpe.

Un investitore inesperto potrebbe pensare che il miglior fondo è l'A per rendimento. Ma raffrontato al rischio è al 3° posto.Mentre il fondo G come rendimento è 4° mentre raffrontato al rischio è 1°.
Queste serve come esempio importante.Molti speculatori pensano alla volatilità e al rischio come un'occasione per gain maggiori.Ma spesso si tramutano in loss maggiori perchè sono abituati a considerare sempre il segno + mai quello -.

Misurazione del rischio e indici;INDICE DI SHARPE

In questo articolo parlerò di un argomento ostico per chi non conosce la statistica. Se qualcuno non capisce può commentare liberamente.

Faccio una piccola premessa sul rendimento.Questo è costituito da tre variabili:
1)L'esposizione al rischio ovvero più rendimento= più rischio;ma attenzione perchè più rischio non porta sempre a più rendimento.Il rischio in un obbligazione è correlato alla duration (Vita finanziaria del prodotto) in un'azione è correlato ai coefficienti beta( correlazione col mercato e rischio sistematico) e alfa (correlazione col mercato e rischio specifico).

2)Selection (selezione del prodotto o dell'azione) e timing (quando compri e quando vendi).

3)L'imponderabile ovvero la fortuna e gli eventi imprevedibili.

Ora,per controllare il rischio esistono vari indici,che rapportano rischio e rendimento.
Gli indici si dividono in due grosse categorie:
-Rendimento/rischio:il rischio in  funzione del rendimento
-Rendimento-rischio:per misurare quanta volatilità mi assumo per un tale rendimento

Parlerò dei seguenti indici: In. di Sharpe;In. di Rap;In. di Sortino.

-Indice di Sharpe

Parlo della versione del 1994. Formula
    dove Rp é il rendimento di periodo; Rbot è il rendimento nello stesso periodo di un' attività ''priva di rischio''( virgoletto  perchè l'assenza di rischio non esiste) e sigma er ovvero il rischio del rendimento extra. Faccio un es.
                                                      Rendimento                     Rischio (volatilità o deviaz.standard)
Bot (''senza rischio'')                             3%                                           0%

Azione A                                              5%                                           10%
Azione B                                              8%                                           20%


Se usiamo Rend/rischio= Azione A=5/10=0,5 il rapporto è migliore
                                      Azione B=8/20=0,4
Quindi meglio A;ma se usiamo Rend-rischio =Az. A 5-3=2% di extra rendimento con 10% di volatilità
Az. B 8-3=5% di rendimento con 20% di volatilità.Quindi meglio B.
Con l'Indice di Sharpe
In.Sharpe azione A= 5-3/10=0,2
In Sharpe azione B= 8-3/20=0,25
Notare che è una formula che include sia Rend/rischio sia Rend-rischio.

Quindi B è più efficiente di A.Non è meglio.E' più efficiente.Seguendo dati storici di performance.Ma il rendimento sappiamo è formato da più variabili.L'indice serve per capire se l'investimento è più aggressivo o più difensivo e se remunera bene il rischio assunto.

Ma cosa rappresenta l'In. di Sharpe graficamente?



Misura il coefficiente angolare della retta che parte da un rendimento privo di rischio (es. 3%) al  rendimento dell'azione (A e B) in funzione del rischio.

giovedì 24 gennaio 2013

Mps & Nota Italia

Questa mattina mi invia tramite mail un documento con la spiegazione di uno dei prodotti derivati detenuti da Mps. Naturalmente il documento non è coperto da segreto d'ufficio. Ho quindi scoperto appieno cos'è Nota Italia. E' un prodotto con valore nominale di 500 mln che è stato creato da una finanziaria irlandese Corsair Finance ed è stato distribuito  da Jp Morgan. Scadenza 2037.L'interesse è dell'euribor 3 mesi + 25 pb. Molto poco. Ma è interessante sapere che il prodotto ha una copertura sul rischio sovrano italiano. Ovvero in cambio del rendimento la copertura è creata da un Cds (si proprio loro!) uno swap sull'Italia in dollari che a sua volta è ''protetto'' da un altro cross currency swap sul  cambio eur/$.Nota Italia ha rating AAA! (mai valutare i prodotti col rating!).Ma quanto fà guadagnare questo prodotto? euribor 3m 0,74% + 0,25%=0,99% lordo... tanto valeva comprarsi un Btp 2037 e un Cds sull'Italia.
Da notare infine che la controparte è Jp Morgan.
Per fortuna Profumo ha riferito che la parte derivata è stata eliminata ristrutturando il prodotto...

mercoledì 23 gennaio 2013

Declino Mps

Aihmè non avrei mai voluto parlare del Montepaschi , ma le ultime vicissitudini mi costringono moralmente a discuterne.Non parlerò della sua storia,ma del suo DECLINO.
Tutto inizia nel 2004 ...una banca olandese Abn Amro passa dal 12,6% al 20% di una banca italiana completamente trasformata e moderna :la banca Antonveneta. Così il gruppo olandese diventa primo azionista. Nel febbraio 2005 la banca Popolare di Lodi sale al 15% di Antonveneta. E' guerra! Il 30 marzo 2005 Abn Amro lancia l'Opa su Antonveneta;mentre un mese dopo la Popolare di Lodi contrattacca e lanca un' Ops (offerta pubblica di scambio).Ma il problema è che la Popolare di Lodi aveva comprava azioni già dall'autunno del 2004 senza dirlo alla Consob con la complicità della Banca d'Italia e di Antonio Fazio.E chi c'è a capo della Popolare di Lodi? Fiorani che già prima di lanciare l'Ops deteneva il 52% di Antonveneta. Peccato che la Consob,come sempre ,''stava a pensare ai mini-pony''.Ma come non sono sotto il 2%?
Intanto la Popolare di Lodi diventa Bpi e scoppia il caso bancopoli.
Il 3 gennaio 2006 Abn Amro comprano quote di Antonveneta da Bpi e arrivano al 55,8%. E finalmente conquistano la banca.Il prezzo dell'Opa fù di 26,5 euro per azione.
Nell'estate 2007 Abn Amro viene acquisita da una congrega di banche estere:Royal Bank of Scotland,Banco Santander e Fortis. Antonveneta diventa di competenza degli spagnoli. Che faranno l'affare del secolo.
L'8 novembre 2007 Mps paga 9 miliardi per Antonveneta. Troppi. 20 volte i ricavi...in pieno inizio della futura crisi Lehman (il Sole 24 Ore avvertiva del rischio subprime già dall'agosto 2007... ) la banca senese sborsa una cifra enorme.
E per cosa??? La Fondazione di Mps troppo politicizzata aveva rifiutato negli anni addietro delle operazioni migliori di Antonveneta. Come la mancata integrazione SanPaolo-Imi, con Mps ,o meglio la Fondazione, che sarebbe stata relegata a un ruolo minore nel possibile ibrido mai avverato SanPaolo-Ii-Mps. Capitalia!Ma Mussari da forte uomo di successo aveva paura di un Geronzi oramai al tramonto.E inifine il mancato progetto con Bnl osteggiato da Fazio che tifava per l'Unipol di Consorte che tentò l'Opa sempre su Bnl.
Mussari è stato Presidente della Fondazione dal 2001 al 2005. Dal 2006 al 2012 è Presidente di Mps. Dal 2010 Presidente dell'Abi.


Ora è scoppiato il caso derivati.Prima il cosiddetto ''Santorini''. Nel 2008 la Deutsche Bank presta 1,5 mld a Mps. Bisognava chiudere un buco di 367 mln creato da un derivato precedente guarda caso sempre creato ad arte da Deutsche Bank. I sottostanti del derivato erano azioni Intesa San Paolo e i Btp. Quando si crea un buco nel bilancio di usano i derivati per non presentarli nello stesso.Ma cos'è il progetto Santorini? Sono due opzioni sull'andamento dei tassi d'interesse legati all'euro collegati a Btp a lunga scadenza. La banca tedesca intasca subito 60 mln, gli 1,5 mld avevano scadenza  2018.Ma nel 2009 mps chiude la posizione.Loss dell'operazione? 374 mln di minusvalenza + 60 mln. Totale 434 mln. Quindi primo derivato -367 mln progetto Santorini -434 mln= -801 mln di perdita. Personalmente usare derivati per coprire altri derivati è da ''geni''. Diciamo che Mussari ha mostrato tutta la propria conoscenza in ambito finanziario.
Poi abbiamo Nota Italia che è un prodotto strutturato del 2006 comprato per proteggersi dal rischio sovrano italiano.
E poi abbiamo Alexandria! ovvero Cdo (vel li ricordate? nel 2008 erano ancora AAA secondo Patti Chiari) procurati dalla Nomura con sottostante mutui (i subprime!) e obbligazioni aziendali. La perdita? 220 mln.
Questo è il declino Mps. Nel 2011 4,7 mld di utile negativo. Nel 2011 uso dei Tremonti bond e Adc a pagamento.Free cash flow -4,25 mld...tanto per capirci.E lo Stato Italiano presterà al tasso circa del 9% 3,9 mld di euro. Mentre il futuro Adc sarà di 4,9 mld (4,5 x ripagare i Monti-bond + 400 mln x gli interessi).


E ORA???
Quello che dirò ora sono solo mie personali opinioni che non devono essere prese come punti di riferimento per investire su Mps,non sono suggerimenti.
Mps non fallirà. O verrà nazionalizzata,oppure farà l'Adc. Naturale che un Adc di 3,9 mld diluisce sia l'utile x azione sia il capitale sociale. Quindi il valore dell'azione calerà. Un eventuale nazionalizzazione invece, con conseguente delisting potrebbe far correre l'azione. Ma penso che sia più probabile un Adc.
Invito quindi alla prudenza. Chi avrà invece le obbligazioni Mps vedrà forti oscillazioni sul titolo,ma senza default, tenendo fino alla scadenza i titoli di debito non avrà perdite.Coloro che si troveranno con azioni nel proprio portafoglio quando verrà deciso il prezzo del Adc dovranno vendere, anche con perdite a doppie cifre.Onde evitare un altro caso Fonsai. Chi crede in Mps invece farà bene a entrare nella banca dopo l'Adc.
PERSONALMENTE , A CAUSA DEL SUO BILANCIO, CONSIGLIEREI DI NON INVESTIRE IN MPS.



CASH FLOW

Il cash flow!!! Ma che strana parola spesso nemmeno conosciuta da chi opera e investe in Borsa...
E' una terminologia che fa parte del rendiconto dei flussi di cassa.
Ma come si calcola?Intanto spesso molte aziende ci facilitano la vita, perchè è presente nei bilanci (per far prima e non spulciare tutto il bilancio consiglio il classico ctrl + f). Ma non tutte le aziende lo mettono.Quindi a volte bisogna ricavarselo.
Il CASH FLOW OPERATIVO= utile netto + ammortamenti e svalutazioni + accantonamenti
Il FREE CASH FLOW = (CASH FLOW OPERATIVO +- variazione del capitale circolante -+ investimenti/disinvestimenti)
Guardando in modo più preciso la variazione del capitale circolante non è altro che il Capitale Circolante Netto (CCN),formato da : rimanenze + crediti commerciali + altri crediti non finanziari a breve termine - debiti commerciali - debiti tributari -altri debiti non finanziari a breve termine(es. salari dei dipendenti,ma non il Tfr).Ovvero il CCN è attività correnti-passività correnti di natura non finanziaria.Ma come valuto il CCN?
CCN in aumento con ricavi uguali o in calo fatto negativo: esempio se Fiat non aumenta i ricavi ma aumenta il CCN vuol dire che sono aumentate le rimanenze. oppure che i clienti non ti pagano o pagano in ritardo(aumentano i crediti commerciali)
CCN in aumento con ricavi in aumento vuol dire che ho più crediti perchè ho più vendite
CCN in calo con ricavi ma soprattutto utile in aumento vuol dire che i fornitori ci permettono di pagare più tardi perchè siamo considerati buoni debitori.
CCN in calo con ricavi/utile in calo o peggio in negativo vuol dire che siamo sempre considerati buoni pagatori ma il debito potrebbe aumentare troppo.

IMBALANCE


PERSONALMENTE UN QUALSIASI PERSONA CHE VOGLIA COMPRARE UN AZIONE PER SPECULARE COME SCALPER DEVE CONOSCERE SIA IL BOOK SIA QUALI STRUMENTI SI HANNO A DISPOSIZIONE.
L'IMBALANCE E' UNO STRUMENTO IMPORTANTE NELLE ASTE DI APERTURA/CHIUSURA/VOLATILITA' CHE ORAMAI MOLTE PIATTAFORME DISPONGONO.
La conoscenza del dato fornito dall'imbalance consente di operare in preapertura partendo da una posizione nettamente avvantaggiata rispetto a chi non possiede questo strumento eccezionale. L'imbalance ci dice quante azioni rimangono ineseguite al prezzo di apertura. Vediamo un esempio:

 Molto spesso nei titoli maggiormente trattati della Borsa di Milano le proposte in acquisto e in vendita si sovrappongono in maniera tale da non consentire di vedere il prezzo di apertura in uno dei livelli del book. Nell'esempio della figura 1, ENI apre a 23,22 che, appunto, non è visibile all'interno del book. L'unico dato a disposizione è la distanza tra il prezzo di apertura e quello di chiusura della giornata precedente. Se il titolo apre molto lontano dalla chiusura, è verosimile supporre che il prezzo torni a battere in prossimità del prezzo di chiusura, o che almeno si muova in quella direzione a inizio seduta. In questo caso, il titolo apre in territorio negativo: possiamo andare long aprendo una posizione a 23,22 pensando che il prezzo possa, almeno inizialmente, muoversi al rialzo, cioè verso 23,30 che è il prezzo di chiusura dell'ultima seduta. Ciò sarà più probabile se anche l'indice al quale ENI appartiene apre positivamente: il titolo tenderà a muoversi verso l'indice, cioè al rialzo. L'imbalance ci aiuta a decidere se entrare nel mercato. L'imbalance (figura 1) ci dice che ci saranno 120.000 azioni al prezzo di apertura. In altre parole, sappiamo che sul primo livello in acquisto (imbalance positivo) ci saranno 120.000 pezzi, ossia quelli ineseguiti al prezzo di apertura.Come dobbiamo comportarci? Un imbalance positivo di notevoli dimensioni fornisce un valido supporto alla discesa del prezzo. Prima che il valore del titolo scenda oltre la quotazione di apertura dovranno essere vendute ben 120.000 azioni. Se questo numero è sufficientemente grande rispetto allo scambio medio del titolo in questione, cioè al numero di azioni che passano di mano a ogni contrattazione, abbiamo la garanzia che, male che vada, potremo chiudere il trade in pareggio. Se, infatti, dopo avere aperto la posizione a 23,22, il titolo non dovesse battere mai neppure un tick più in alto, il numero di azioni presente al prezzo di apertura ci consentirebbe di avere un po' di tempo (pochi secondi o qualche minuto a seconda del titolo) prima che vengano eseguiti tutti i pezzi. Ciò ci consentirebbe di limitare i danni e pagare soltanto le commissioni.Questo è il grande vantaggio che ci fornisce l'imbalance: si riescono a fare delle operazioni in cui l'alternativa al guadagno è la chiusura in pareggio, cosa che evidentemente non si riesce a fare a mercato aperto. Seguendo poche semplici regole è possibile limitare al massimo il rischio.La differenza tra il book della figura 1 e il successivo (figura 2) è evidente:




Senza il dato fornito dall'imbalance non esiste nessuna garanzia che andare long a 23,22, che in teoria è un buon prezzo di acquisto, sia una buona occasione di trading. Infatti, il book al momento della validazione potrebbe, ad esempio, presentarsi con il seguente aspetto:


Aprire una posizione long basandosi esclusivamente sulla distanza tra il prezzo di apertura e quello di chiusura della giornata precedente ci avrebbe messo in una situazione estremamente sfavorevole. Grazie all'imbalance questo trade non sarebbe stato aperto. Infatti l'imbalance ci avrebbe segnalato che ci sarebbero state 150.000 azioni sul primo livello in vendita (imbalance negativo e rosso) al prezzo di apertura.
Come accennato in precedenza, per sapere se un imbalance è grande o piccolo è necessario fare riferimento allo scambio medio del titolo, cioè al numero di azioni che passano di mano a ogni contrattazione. Ne consegue che l'imbalance assume significati diversi a seconda del titolo preso in considerazione. Un imbalance che può essere grande per un titolo può non esserlo per un altro.Quindi, anche per operare in preapertura, è necessario conoscere a fondo i titoli sui quali si ha intenzione di entrare. Niente deve essere lasciato al caso. Bisogna sfruttare tutti i mezzi a disposizione e l'imbalance è un dato da cui non si può prescindere per tradare in questa fase della giornata.Durante i corsi organizzati da Intesatrade e da me tenuti con cadenza mensile, vengono illustrati nei minimi dettagli tutti gli aspetti più importanti per operare in maniera vincente in preapertura e viene approfondita la conoscenza dell'imbalance Vediamo ora un caso reale registrato il 18 novembre scorso. I dati sono riportati fedelmente.San Paolo chiude la fase di preapertura a 12,55 (+1,21% rispetto all'ultima chiusura che è stata a 12,40) con un imbalance negativo di -218.475. Il prezzo di apertura non si vede nel book.




Come bisogna ragionare? 218.475 pezzi sono da considerarsi una quantità grande rispetto allo scambio medio di San Paolo? La risposta è ovviamente positiva. Ciò vuol dire che prima che il titolo possa battere 12,56, cioè un tick sopra il prezzo di apertura, dovranno essere comprate 218.475 azioni. Anche se la spinta al rialzo dovesse essere molto forte, c'è da pensare che qualche azione in vendita possa passare, se non altro di qualcuno che vuole prendere profitto dato il rialzo rispetto alla chiusura del giorno precedente.Quindi si va short contando su una valida resistenza presente al prezzo di apertura, prezzo al quale è stata aperta la posizione.Alla validazione (è il book con il quale inizieranno le contrattazioni) si vede che il primo livello in vendita (proprio il valore dell'imbalance) è sproporzionato rispetto a quelli in acquisto.


Si tenta di approfittare di questa situazione per guadagnare qualche tick nei primi secondi di contrattazione, cosa che in effetti avviene.



Grazie alla forte spinta al ribasso il titolo si muove velocemente nei primi secondi di contrattazione verso il basso. Il trade è chiuso dopo soli 3 secondi.

domenica 13 gennaio 2013

Crack Parmalat

Quand'ero ancora inesperto in analisi di bilancio,mi sono sempre chiesto se si potesse capire se Parmalat fosse un'azienda destinata al fallimento guardando semplicemente il rendiconto. Ho preso il bilancio 2002 per valutarlo. Lo si può scaricare,senza iscriversi al forum, in questo link dove l'ho postato come utente.
http://www.finanzaonline.com/forum/analisi-fondamentale/1452108-interpretazione-dei-bilanci-17.html#post35207491


Bilancio Parmalat 2002.
Una semplice occhiata anche di sfuggita del conto economico mostra da subito delle peculiarità. O meglio delle stranezze. Infatti le spese totali superano del +111,89% i ricavi. Ora il profitto lordo è ricavi-costi per servizi ovvero- 27,7 mln euro. Quindi il margine di profitto lordo è neg. Quindi nessuna spesa è sostenibile dal profitto lordo e dai ricavi. Infatti l’utile di gestione è -3,7 mln. E’ come se un operaio guadagnasse 1000 euro e ne spendesse 2000. Da notare che l’utile positivo non è creato dai ricavi, ovvero dalla produzione; ma è creato da proventi finanziari provenienti da società controllate.  Abbiamo prima 33 mln di proventi da partecipazioni (dividendi) e ben 60 mln di proventi finanziari da controllate. I proventi finanziari sono considerate entrate non ricorrenti, ovvero non capitano ogni anno. Gli interessi pagati invece sono 47,4 mln. Se noi rapportiamo gli interessi/utile di gestione notiamo che invece di essere sotto al 15% (come vorrebbe Buffett) sono al 1281%. Quindi l’insostenibilità è dichiarata. Notare che il 65,4% degli interessi è pagato alle partecipate. Infine se rapportiamo l’utile netto ai ricavi noteremo che u/r viene
718%. Ora, già il 50% è un rapporto elevato, ma superare il 100% è impossibile. Facendo un esempio pratico è come se lo stipendio di un dipendente al netto fosse maggiore che al lordo.
Nello stato patrimoniale abbiamo sia le immobilizzazioni immateriali che quelle materiali che non ci forniscono alcun dato importante. Ma poi vi è un fatto impressionante, le rimanenze sono 0. Ma come fa Parmalat a non avere rimanenze in magazzino? Vendono tutto? Ma proprio tutto? Strano sono Mandrake!
Poi abbiamo i crediti. Sono questi che hanno rassicurato gli investitori (insieme all’utile fasullo). Perché ammontano 1 miliardo. Ma come hanno fatto? Dal 2001 al  2002 Imprestano un quantitativo di denaro pari   a 146 volte i ricavi annuali. Peccato che quei crediti saranno inesegibili. Ora se noi calcoliamo il quoz. Di liquidità noteremo che è 1,02 (grazie ai crediti). Il risultato è buono ma l’u/r è irreale. Rapportare  l’u/r con il quoz. di liquidità evita quindi brutte sorprese.
Poi abbiamo il debito. Parmalat non aiuta. Dobbiamo calcolarci l’ammontare di debito a breve e a lungo. A breve=720 mln a lungo= 314,5 mln. Il debito a breve è il doppio di quello a lungo. Normalmente il debito a lungo è maggiore rispetto a quello a breve, ma Parmalat per sopravvivere deve per forza creare debito a breve perché non si può permettere di pagare troppi interessi. Ma come mai l’utile non era così elevato?.....
Il rapporto debito a lungo termine/utile netto è normale di 11,4 anni. Se rapportiamo il debito totale col utile noteremo che è di 38 anni.  Se calcolo il quoz. Indebitamento però avrò passivo tot/patrimonio netto= 1,125. Il valore è negativo.
Una rapida lettura al bilancio avrebbe salvato moltissimi risparmiatori.
Ma la colpa non è loro. Una normale persona qualunque non conosce il bilancio e come decifrarlo. A una persona anziana non si può imputare si essere stata negligente e di aver ignorato il rischio. La colpa è totalmente delle banche. Perchè era impossibile non accorgersi delle stranezze grossolane e mal mascherate del bilancio Parmalat. Bisognava essere ciechi completamente.
I colpevoli:

Citibank, Intesa, Bnl, Capitalia, SanpaoloImi, Banca Popolare di Milano ( Bpm),Banca Popolare Italiana (Bpi), Deutsche Bank, Monte dei Paschi e Unicredito Italiano,

sabato 12 gennaio 2013

La tabella Fineco


Tabella Fineco

Prezzo: il prezzo dell'azione in Euro

Capitalizzazione (mln): totale numero azioni x prezzo unitario

EPS d'esercizio: utile x azione utile/numero azioni
EPS ultimi 12 mesi: utile x azione ultimi 12 mesi
EPS (Utili per azione) normalizzati: utile x azione

Valore contabile per azione d'esercizio: patrimonio netto/ numero azioni ordinarie
Valore contabile per azione ultimi 12 mesi: patrimonio netto/ numero azioni ordinarie
Valore contabile tangibile per azione d'esercizio: patrimonio netto/ numero azioni ordinarie
Valore contabile tangibile per azione ultima rilevazione: patrimonio netto/ numero azioni ordinarie

Il valore contabile è iscritto a bilancio

Basic EPS d'esercizio: utile x azione
Basic EPS ultimi 12 mesi: utile x azione ultimi 12 mesi
EPS d'esercizio piu' componenti straordinarie: utile x azione
EPS 12 mesi piu' componenti straordinarie: utile x azione ultimi 12 mesi (es: componente straordinaria un risarcimento x una causa)

Prezzo/Cash Flow d'esercizio: capitalizzazione/cash flow (utile netto+ ammortamenti)
Prezzo/Cash Flow ultimi 12 mesi: capitalizzazione/cash flow (utile netto+ ammortamenti) ultimi 12 mesi

Debito netto: debito lungo termine+debito a breve termine (non sono le passività,il debito fa parte delle passività!)
Debito netto annuale

Ricavi d'esercizio
Ricavi ultimi 12 mesi
Ebitda (utile ante imposte) d'esercizio: utile al lordo di ammortamenti,tasse,svalutazioni,interessi
Ebitda (utile ante imposte) ultimi 12 mesi: utile al lordo di ammortamenti,tasse,svalutazioni,interessi
Ebit (utile ante imposte) d'esercizio: utile al lordo di tasse e interessi (sono conteggiati gli ammortamenti e le svalutazioni)
Ebit (utile ante imposte) ultimi 12 mesi: utile al lordo di tasse e interessi (sono conteggiati gli ammortamenti e le svalutazioni)
Reddito disponibile per gli azionisti ordinari
Reddito disponibile per gli azionisti ordinari ultimi 12 mesi
Ebit (Utili ante imposte) normalizzati
Reddito disponibile per gli azionisti ordinari (normalizzato)
EPS normalizzato ultimi 12 mesi: utile x azione

ROS YTD: risultato operativo/ricavi
ROS ultimi 12 mesi: risultato operativo/ricavi
Margine operativo YTD: il Mol ovvero utile al lordo di tasse,interessi,ammmortamenti,svalutazioni e accantonamenti( quindi diverso dall'Ebitda).
Margine operativo ultimi 12 mesi
Margine ante imposte YTD
Margine ante imposte ultimi 12 mesi

ROA d'esercizio: ebit/totale attivo
ROA ultimi 12 mesi: ebit/totale attivo
ROE d'esercizio utile: utile netto/ patrimonio netto
ROE ultimi 12 mesi: utile netto/patrimonio netto
ROI (rendim. del capitale investito): risultato operativo/capitale investito netto
ROI (rendim. del capitale investito): risultato operativo/capitale investito netto
Ricavi/media total asset ultimo esercizio
Ricavi/media total asset ultimi 12 mesi

Utile dopo tasse /numero dipendenti ultimi 12 mesi

Fatturato/numero medio dipendenti ultimo esercizio
Fatturato/numero medio dipendenti ultimi 12 mesi 

mercoledì 9 gennaio 2013

INTERPRETAZIONE DEI BILANCI

RENDICONTO DEI FLUSSI DI CASSA

infine il rendiconto dei flussi di cassa.
la differenza rispetto al conto economico è che questo usa la contabilità per competenza,mentre i flussi di cassa sono contabilità per cassa.
una società può avere un ingresso forte di denaro dalla vendita di azioni e non essere redditiva . mentre un'altra azienda può essere redditizia con vendite a credito e poco denaro liquido(flusso di cassa negativo).

la prima parte: ''il flusso di cassa delle attività di esercizio'':''reddito netto'',''svalutazioni'',''ammortamenti' '.il risultato é ''totale liquidità da attività di esercizio''.sono spese reali,ma sono messe in positivo perchè rappresentano denaro liquido usato anni prima.quindi non c'è consumo di liquidità.
la seconda parte:''il flusso di cassa dalle attività di investimento'':''spese in conto capitale''(durante il periodo contabile,se il bilancio è annuale, il periodo è annuale).le spese in conto capitale sono un valore negativo,perchè sono un esborso.poi vi è ''altri componenti del flusso di cassa da attività da investimento'',ovvero denaro speso e incassato acquistando e vendendo attività che creano reddito.se la spesa è superiore all'introito il valore sarà negativo;viceversa positivo.alla fine attraverso la somma algebrica abbiamo il ''totale liquidità da attività di investimento''.
terza parte:il ''flusso di cassa dalle attività di finanziamento''.comprende anche l'esborso x dividendi.include anche acquisto e vendita di azioni dell'azienda e obbligazioni.naturale che se vendo un azione/obbligazione aumento la liquidità;se compro, la liquidità diminuisce.se faccio un piano di buyback la liquidità cala.
alla fine ho il ''totale liquidità da attività di finanziamento''.

se sommo algebricamente:
totale liquidità da attività di esercizio
totale liquidità da attività di investimento
totale liquidità da attività di finanziamento
avrò:
Variazione netta della liquidità

Uno dei valori più importanti sono le Spese in conto capitale.
se compro un auto il suo costo viene messo come spesa in conto capitale.inoltre il suo costo viene diviso in 5 anni(durata media dell'auto) e messo in ammortamento.
questo mostra la collinearità tra conto economico e flussi di cassa.
se le spese in conto capitale sono molte e continuano nel tempo,l'impatto sugli utili è enorme.se gli utili sono molti,le spese saranno poche rispetto sempre agli utili.ma ci sono società che con utili neg o scadenti riescono a spendere molto nella voce spese in conto capitale. come fanno a spendere più di quanto incamerano?con i debiti.
formula spese in conto capitale/utile netto x 100
50%<x<25% vedere il rapporto u/r
x<25% situazione ottimale
x>50% azienda con spese enormi
vi sono aziende che hanno spese pari anche al 400% dell'utile netto.

infine abbiamo l'emissione/ritiro di azioni.
il riacquisto di azioni riduce il numero di azioni in circolazione,con aumento dell'utile x azione e un aumento dell'interesse per gli altri azionisti. inoltre comprare azioni proprie vuol dire anche avere fiducia nella propria azienda. l'aumento dell'utile avviene quindi senza aumento di utile.
viceversa l'azienda che emette nuove azioni tramite adc diminuisce l'utile x azione.
INTERPRETAZIONE DEI BILANCI

STATO PATRIMONIALE

stato patrimoniale.intanto di riferisce alla data della redazione del bilancio.il giorno dopo è già leggermente differente.è diviso in passività,attività e capitale netto.
attività-passività=capitale netto.

L'attivo si divide in due parti attivo circolante e attivo normale.l'attivo circolante sono le disponibilità liquide,investimenti a breve,rimanenze(spesso scritte sotto la voce altre attività).viene detto circolante perchè sono liquidità oppure beni trasformabili in un anno in denaro liquido.ricordo che nella concezione del breve termine in un bilancio di intende tutto ciò che dura/scade entro l'anno. un'obbligazione di durata 2 anni è già lungo termine.in caso di difficoltà economiche,queste attività sono importanti per fornire subito cash.
l'altro attivo è detto non circolante,sono investimenti a lungo termine,immobilizzazioni tecniche,avviamento,attività immateriali,ammortamento maturato e altre attività. 
notare che l'attivo circolante è costituito dalla cassa e investimenti a breve,rimanenze e crediti.questi 3 vengono detti anche attività di esercizio e creano il ciclo del denaro liquido.
cassa->rimanenze->crediti correnti->cassa.
le rimanenze vengono vendute,si ricavano crediti che diventano cassa.
naturale che se questi valori sono bassi abbiamo poca liquidità.
ma bisogna stare attenti. perchè se l'azienda vende un immobile,questo diventa liquidità, se crea obbligazioni o vende un intero settore diventa liquidità. quindi il cash aumenta,ma non in seguito a un utile maggiore.
esempio:se l'utile è neg e l'attivo circolante è aumentato,ma il debito è aumentato e l'attivo non circolante è diminuito;l'azienda ha venduto qualcosa
e creato obbligazioni.anche l'adc crea liquidità che può drogare l'attivo circolante.

quindi l'attivo circolante può essere usato per svariati motivi.per comprare macchinari, per comprare un'altra azienda. quindi avere molto attivo circolante è una cosa positiva. anche in aziende mediocri. inoltre l'azienda può metterlo da parte. soprattutto quando l'utile è elevato risp ai ricavi. ovvero può non distribuirlo. non dare dividendi. in attesa di momenti migliori. spesso per guardare la liquidità bisogna andare molto indietro nel tempo anche di 7-10 anni. qui non ci sono rapporti.bisogna confrontare gli stati patrimoniali e capire dalla variazione dei numeri come si è mosso il denaro. è un analisi dei flussi.

le rimanenze.
ciò che viene acquistato con la cassa e che viene venduto per generare crediti. se l'utile aumenta con le rimanenze allora la società è molto competitiva. ricordo che si prende in confronto l'utile. e non i ricavi. perchè si può far salire le vendite e le rimanenze aumentando in maniera spropositata i costi di marketing e pubblicità,come esempio.

i crediti.non sono ancora diventati denaro. se impresto del denaro, ho dei crediti verso il debitore.ma come si crea questa cifra? crediti-crediti inesegibili =crediti netti
i crediti non mi danno un'info se la società ha un vantaggio come business.
ma dà info su società in situazioni di concorrenza spietata.esempio: se l'azienda Tizio ha più crediti e più vendite di Caio vuol dire che offre termini di pagamento migliori,offre più tempo per pagare.però bisogna vedere se lo fà perchè è più solida di Caio o perchè altrimenti non riesce a vendere.

le spese anticipate e altri crediti non forniscono alcun dato da prendere in considerazione.per onor di cronaca, gli altri crediti sono recuperi imposte sul reddito differite non ancora disponibili e le spese ant merci acquistate ma non ancora ricevute.

il totale circolante esprime quindi la liquidità.in ambito finanziario si usa spesso il quoziente di liquidità.
quoz liq(x)=attivo circolante/passivo circolante
se x>1 buono
se x<1 negativo
stranamente vi sono società che sono monopoli che hanno il quoziente<1 perchè hanno utili talmente forti che si possono permettere poca liquidità.
quindi se una società u/r>0,1(>10%) e quoz liq<1 va bene
se u/r<0,1(<10%) e quoz liq<1 non va bene

dopo l'attivo circolante,c'è quello non circolante.la prima voce che si incontra sono le immobilizzazioni tecniche.vengono registrate al costo di origine al netto degli ammortamenti(al netto dell'usura).ma cos'è una immobilizzazione?un immobile/infrastruttura.
per esempio un capannone.le società competitive spesso sostituiscono le immobilizzazioni quando sono usurate,mentre una società che x es.produce auto deve,se vuole fare ricavi,ammodernare continuamente gli impianti,probabilmente aumentando il proprio debito o con adc. un'esempio lo ha dato la harley dav che ha speso moltissimo per i nuovi super tecnologici impianti. la scelta del management è stata saggia,ma il settore dove opera li costringerà continuamente ad ammodernare. ricordo inoltre che una società in un settore competitivo che non ammoderna/cambia li immobilizzazioni rischia un rapido declino.
anche in questo caso non ci sono rapporti.ma bisogna confrontare i bilanci.

abbiamo,poi,l'avviamento.se l'azienda Tizio acquista l'azienda Caio e sborsa un prezzo superiore al valore contabile di Caio,l'eccedenza è registrata sotto il nome avviamento.
un aumento dell'avviamento indica l'acquisto di molte società,ma le paga di più.
naturalmente da solo l'avviamento indica una fase di espansione.ma poi si deve guardare la qualità. è molto meglio acquistare un'azienda solida a poco (l'avviamento non cambia) o una società meno solida a molto (l'avviamento aumenta).quindi l'analisi dell'avviamento da solo non serve.bisogna accompagnarlo con l'analisi di bilancio degli acquisti.
esempio pratico: carlsberg ha comprato in russia la baltic beverages holdings(quotata a mosca) che ha un rapporto u/r>20%.questo è un acquisto furbo.

poi vi sono le attività immateriali.come brevetti,copyright,marchi industriali,esclusive eccetera. questo dato non ci fornisce alcun riferimento.
perchè se il marchio è creato internamente non compare nelle attività immateriali.
il marchio coca cola non compare nello stato patrimoniale di coca cola.

abbiamo infine gli investimenti a lungo termine.
immobili,obbligazioni di altre aziende,azioni,opzioni.notare che il valore dato è uguale al valore minore tra il suo costo e il prezzo di mercato.quindi se compro un'azione a 5 euro e questa vale oggi 10 euro,il valore registrato sarà 5 euro.viceversa se il valore oggi è di 2 euro,il valore registrato sarà di 2 euro.
quindi gli investimenti a lungo termine sono molto importanti. se aumentano nel tempo e sono costanti,la società ha un ottimo management. indica spesso la sua qualità.

le altre attività a lungo termine sono spesso recuperi di imposte e spese anticipate che verranno pagate o date oltre l'anno(lungo termine).
per la nostra analisi non ci interessano.

per indicare la redditività del capitale investito si usa il ROTA.
ROTA=utile netto/attivo totale
Il Rota personalmente(e secondo warren) non indica la distinzione tra una società ottima e una mediocre.
ma tra una società opabile e una non opabile. infatti abbiamo a denominatore l'attivo totale(totale passivo+capitale netto).
spesso una società con attivo elevato rispetto all'utile è più difficile acquistarla,costa di più.mentre una società piccola come attivo che sfrutta meglio il capitale netto per fare utile(Rota + elevato) è più opabile.

ora il passivo.
il discorso è simile alle attività.passivo circolante= debito e impegni da onorare entro l'anno.
ovvero debiti verso fornitori,ratei e risconti passivi,debito a breve,debito a lungo in scadenza entro l'anno,altri debiti.
debiti verso fornitori e ratei ci dicono poco sul lungo periodo.quindi vengono solo guardati,ma non valutati.

ora parlo della voce debito a breve termine.
include prestiti bancari a breve e la carta commerciale(strumento di debito di tipo monetario).è possibile,diminuire l'interesse pagato da un'azienda,aumentando il debito a breve(costa meno). si parla quindi di roll over. 
ma avere debiti in scadenza è pericoloso per la liquidità.se io concedo un prestito a lungo e la banca mi richiede il debito a breve che avevo contratto ,io vado in crisi di liquidità.
una banca molto espansiva e arrembante cerca di imprestare a lungo e prendere a prestito a breve. quindi usa la leva finanziaria in maniera errata e in caso di blackbird rischia il fallimento. quindi bisogna sempre prediligere il debito a lungo.
ricordo che il debito a lungo in scadenza entro l'anno è debito a breve,e se è elevato vuol dire che il management aveva concentrato la scadenza del debito a lungo in una sola data.una scelta molto azzardata e pericolosa.perchè è sempre a breve.

il debito invece a lungo termine è molto più importante.perchè ci mostra la forza dell'azienda.soprattutto in rapporto all'utile.se il debito a lungo termine è stabile o in calo nel giro di 5/10 anni,la situazione è ottima.
inoltre possiamo dividere il debito a lungo termine con l'utile netto.
debito lt/utile netto
in questa maniera scopriamo quanti anni ci vorrebbero con l'utile per eliminare il debito.
spesso molte banche ci impiegano più di 50 anni per eliminare il debito.vi sono società che a causa dell'utile neg non ci riuscirebbero.società che impiegherebbero 100 anni.non fornisco dei range.perchè è naturale che una società che ci impiega 5 anni è meglio di una che ci impiega 16 anni.lo si nota subito.
notare che società con debito minimo possono diventare levraged buyouts,ovvero oggetto di acquisto,attraverso capitali di prestito.se coca cola compra pepsi il suo debito a lungo aumenterà in maniera importante.ma coca cola rimane un'ottima azienda.
quindi in questi casi l'investimento migliore sono le obbligazioni convertibili.

abbiamo poi l'imposta sul reddito differita(imposta dovuta ma non pagata,non ci serve)
i capitali di terzi e altre passività.
la voce interessante,ma che non serve per valutare una società è il capitale di terzi.
se una azienda Tizio compra l'80% o più dell'azienda Caio può trasferire il bilancio di Caio nel proprio.però dovrà inserire il 20% mancante di acquisizione nei capitali di terzi.

terminato il passivo parliamo del quoziente di indebitamento.spesso in ambito finanziario la formula è :
quoz ind=totale passivo/capitale netto
se il valore è elevato la situazione è negativa,perchè le passività sono a numeratore.
ma vi è un problema.se l'azienda coca cola compra con l'utile non distribuito azioni proprie,il capitale netto diminuisce.e il quoziente aumenta.se però sommo al capitale netto il riacquisto di azioni proprie il problema si risolve.applichiamo quindi un concetto importante.i piani di buyback sono sempre positivi.
quindi quoz ind<0,8 situazione ok
quoz ind>0,8 non ok,ma bisogna sempre vedere il rapporto u/r

sotto il passivo vi sono :azioni privilegiate,azioni ordinarie,riserva di sovrapprezzo.
ricordo che le obbligazioni devono essere rimborsate,le azioni ordinarie e quelle priv o di risp no.il denaro diventa quindi dell'azienda.e molte società senza questo denaro fallirebbero,cito Arena.
i possessori di azioni ordinarie ricevono dividendi e diventano proprietari di una piccolissima parte dell'azienda.se l'azienda viene venduta loro prendono i soldi.
i possessori di az priv ricevono dividendi prima degli altri e in caso di bancarotta saranno rimborsati x primi.ma non hanno alcun diritto di proprietà per l'azienda.
quelli di risparmio danno diritto a dividendi maggiori.
le società serie non hanno azioni privilegiate o di risparmio. i soldi non li rubano agli azionisti,ma li creano con gli utili. al massimo possono aumentare il flottante.
inoltre i dividendi in più pagati sulle az priv e di risp non sono deducibili.
infine la riserva di sovrapprezzo:se il valore nominale di 1 az priv è 100 e la vendita agli investitori è stata a 120,la riserva sarà di 20.indica che hanno fregato maggiormente gli azionisti.

utile non distribuito. ovvero il tesoro nascosto.
utile non distribuito=utile netto-dividendi distribuiti-utili usati per piani di buyback.
se un'azienda non incrementa l'utile non distribuito non incrementa il patrimonio netto.
aumenti costanti di questo tesoro nel tempo forniscono l'idea che l'azienda sia estremamente forte. chi è una formica,in borsa guadagna, chi è una cicala dura solo il tempo di un'estate. notare che se l'azienda non ha utili non distribuiti perchè ha fatto piani di buyback oppure ha acquistato altre società,cmq se ha u/r ottimale è un'ottima società.

sotto gli utili non distribuiti vi sono le azioni proprie.queste vengono messe con un meno.
se un'azienda riacquista le proprie azioni può cancellarle oppure conservarle.
se le conserva vengono iscritte in azioni proprie. vengono iscritte con valore negativo perchè sono una riduzione del capitale netto,l'azienda sborsa del denaro.
però con il piano di riacquisto,diminuisce il numero di azioni in circolazione e aumenta il rendimento sul capitale netto.
per calcolare il rendimento del capitale netto
utile netto/capitale netto+azioni proprie