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lunedì 30 maggio 2016

Bond MetalCorp Group 8,75% 27/06/2018

Il bond in questione appartiene ad una società con sede legale in Olanda differente dalla MetalCorp Ltd che presenta invece sede in Canada.
Tale obbligazione è negoziabile Otc, presenta un'emissione di soli 30 milioni (quindi illiquida), la valuta è in euro,il taglio minimo di 1000 euro.
La cedola è elevata intorno al 8.75% pagata il 27 Giugno. Il bond è una senior unsecured. Il Rating BB fornito dall'agenzia Creditreform.
Isin DE000A1HLTD2
Link ove trovare il prospetto del bond,il rating,i vari bilanci. La società mostra sempre il bilancio annuale e quello semestrale.

http://www.metalcorpgroup.com/index.php?option=com_content&view=article&id=124&Itemid=94&lang=en

Da mesi il bond oscilla tra 87 e 92 ed ha avuto un minimo nell'ultimo anno di 66 a Francoforte (tanto per chiarire il grado di rischio).

Perché lo trovo interessante? Per il bilancio 2015 (la semestrale 2016 verrà diffusa in Agosto).


MetalCorp ha presentato un incremento dei ricavi pari al 39,17%, al quale è stato sottratto il costo del venduto aumentaro del 38,46%. Nonostante ciò il profitto lordo è balzato del 51,13%. Sono però aumentate anche le spese di vendita +59,09% e le spese amministrative +7,08%. L'Ebita comunque è incrementato del 92,1% ed è pari a 15,67 milioni. Esplosi al rialzo gli oneri finanziari +135,01%.
La società chiude il 2015 con un utile di 5,47 milioni +44,94%.
Margine di profitto netto 1,225% dal 1,176% del 2014.

Lo stato patrimoniale mostra un rialzo delle attività non correnti +21,61%, mentre le attività correnti sono in calo del 3,08%.
Le disponibilità liquide e quindi il cash (estremamente importante da monitorare per un investimento in bond) è calato del 46,48% a 9,5 milioni. In totale le attività sono aumentate del 9,15%.

Le passivita' non correnti +52,66% con il sottostante debito di 67,3 milioni +55,02%.
Le passivita' correnti -10,5%. In totale le passivita' sono aumentate del 9,45%.
Debito totale +18,09% da 115,465 milioni a 132,272 milioni.
Analizzando quest' ultimo si denotano...
Debito a lungo termine:
Bonds +91,43% 56,4 milioni
Debito bancario -26,66% 2,8 milioni
Leasing +37,1% 1,6 milioni
Debito bancario verso una Banca Greca -27,44% 6,5 milioni
Debito a breve termine:
Debito bancario -9,09% 66,5 milioni

Secondo il rendiconto dei flussi di cassa gli interessi pagati nel 2014 sono stati 7,692 milioni e nel 2015 7,149 milioni. Al netto del riacquisto e dell'emissione di debito questo è incrementato nel 2015 di 9,935 milioni.
Calcolando il pagamento degli interessi sul debito, l'ammontare dovrebbe essere intorno a 8,8255 milioni (leggermente inferiore alla liquidità immediatamente disponibile).
Faccio notare inoltre un Free cash flow 2015 positivo pari a circa 5,5 milioni dai 7,672 milioni 2014 ed un ammortamento stabile passato da 672 milioni a 668 milioni.

Infine il patrimonio netto è incrementato del 8,74% pari a 115,3 milioni.
Per quanto concerne alcuni indici patrimoniali abbiamo:
Passività/Attività 0,5765 (da 0,5750) dato positivo
Quoz.Liquidità 1,389 (da 1,283) dato positivo
Debt/Equity 1,1472 (da 1,088) dato negativo

MetalCorp presenta due settori internamente.

La produzione e il commercio di materiali non ferrosi che produce l'80,56% dei ricavi (68,6% commercio e 11,96% produzione) e il commercio di materiali ferrosi pari al 18,71% dei ricavi.

La distribuzione geografica degli introiti e l'andamento:
Europa 64,47% +328,25%
Middle East 10,96% +54,06%
Asia-Pacific 14,84% +17,32%
America 10,70% -69,42%
Africa 0,02% -98,99%

Faccio notare inoltre che il management si è ridotto i compensi da 301 mila euro a 120 mila euro.

domenica 20 marzo 2016

Come valutare il momento di comprare un'azione sulla base dei multipli?


Questa domanda mi è stata posta più volte.
La Finanza come moltissimi altri ambiti,dalla medicina alla fisica alla matematica, non è una scienza perfetta. Tra la teoria e la pratica vi è spesso un oceano.
È importante quindi mettersi sempre in discussione,fare molta esperienza e interpretare i dati di bilancio con la massima oggettività.

La prima cosa che faccio è guardare i multipli per creare un range di capitalizzazione all'interno della quale reputo la società interessante.
Che multipli guardo:
P/E ,P/Book value, P/Cash Flow, P/Free Cash Flow, Ev/Operating Cash Flow, Ev/Free Cash Flow.

1)I multipli devono essere confrontati tra società dello stesso settore e possibilmente anche della stessa nazione o comunque di stati con profili di trasparenza e protezione per gli investitori simili.
Non è possibile confrontare Eni e Gazprom (appartengono a nazioni estremamente differenti con livelli di trasparenza completamente diversi).
Non è possibile confrontare Salvatore Ferragamo con Bmw.
È possibile confrontare Shell con Chevron.
È possibile confrontare Salvatore Ferragamo con Lvmh.

2)Spesso come spartiacque si utilizza il P/E=15. Questo price to earnings è valido solo per lo S&P 500,visto che è la media storica di questo indice. Non è valido per il Nasdaq,ne per il Ftse Mib,ne per Shanghai...eccetera.
Per conoscere i P/E spartiacque è utile conoscere il price to earnings medio degli ultimi 10 anni di un indice (presente sull'inserto Plus 24 di sabato del Sole 24 Ore).
L'indice Micex è diverso da Shanghai,diverso da Hong Kong,diverso dal Dow Jones.

3)Poi bisogna conoscere il price to earnings medio del settore. Il P/E del settore utility è differente da quello del settore finanziario, da quello assicurativo,da quello dell'asset management,da quello energy,da quello luxury.
Un P/E di 20 appartenente a Lvmh potrebbe essere più appropriato rispetto ad un P/E di 15 di Standard Chartered.Il confronto si fa solo con società dello stesso settore!

4)Poi tra aziende dello stesso ambito vi sono differenti qualità. Hugo Boss ha meno qualità di Hermes e quindi deve essere più a sconto (ma non significa che sia sottovalutata).
Anche il rischio induce prezzi più scontati (da notare la differenza di P/Book value tra Mps e Intesa Sanpaolo).
La qualità si calcola sempre analizzando il bilancio,oltre ai margini,oltre ai vari Roe,Roa,Roi.

5)Poi bisogna capire come mai il multiplo sia a quel livello...il P/E può variare sia con la variazione degli utili sia con la variazione della capitalizzazione.
Una società che aumenta velocemente gli utili rispetto al prezzo è un fatto positivo.
Una società che subisce un crollo del prezzo superiore al calo degli utili è un fattore negativo.

6)Esiste poi il livello di trasparenza e di comunicazione di una società che incide sui multipli (Micron Technology è a sconto rispesso ad Intel,oltre che per la qualità differente,anche per il livello di comunicazione).
Gazprom ha un livello di trasparenza minore a Novatek e i multipli lo dimostrano.

7)Poi vi sono le aspettative future.Una società con aspettative future esplosive o comunque rosee avrà molto probabilmente multipli più elevati (salvo rispettare in futuro tali attese).

8)Bisogna guardare il price to earnings medio a 5 anni della società,il livello minimo e il livello massimo,tenendo conto che nel tempo le aspettative e il bilancio cambiano (cambia anche la qualità!).

9)Bisogna capire perché il mercato attribuisce una tale capitalizzazione alla società,tenendo conto che  Mister Market potrebbe aver ragione.

10)Si possono fare delle sime sugli utili futuri (al massimo 1-3 anni) e raffrontare le nostre aspettative con la capitalizzazione attuale (consiglio di fare sia stime negative sia realistiche,mai iper-positive. Meglio avere un margine di sicurezza. Attenzione anche a valutare i piani industriali).

Compreso " il perchè " della capitalizzazione, valutata la sottovalutazione o almeno una valutazione idonea si crea il range di acquisto.

Nel momento in cui la capitalizzazione rientri nel range è utile basarsi ,al fine di massimizzare il timing, sull'analisi tecnica (Time Frame settimanale e Mensile).


sabato 19 marzo 2016

Transocean Bonds a good Investiment?

I bonds di Transocean quotano molto bassi. Presentano rendimenti lordi intorno al 15-16%. Le scadenze sono principalmente medio-lunghe. Tagli minimi anche da 1000 dollari, mercaro Otc, non molto liquidi.
Obbligazioni sotto la giurisdizione cilena. Azienda Svizzera con conti alle Cayman.
Pensavo che la società, operativa nel settore drilling deep water e drilling ultra deep water, avesse un bilancio pessimo. A causa del calo del prezzo del petrolio sia l'azione sia i bonds hanno sofferto molto. Inoltre rendimenti così elevati dovrebbero indicare una situazione patrimoniale disastrosa...almeno un equity negativo (come Bombardier). E invece No.
Le ultime tre trimestrali del 2015 hanno mostrato utili positivi.
E il 2015 si è chiuso con 826 mln di utile netto...niente male per un settore ed una società in crisi. Un margine di profitto netto del 11,18%...assurdo.
Certo Transocean nel 2011 ha perso 5,9 miliardi e nel 2014 ha perso 1,9 miliardi.
La costanza non è il suo punto di forza. Motivo che mi ha convinto nel non investire nelle sue azioni.
Ma i bonds? È possibile che il mercato sconti uno scenario futuro così negativo?
Ha un bilancio migliore di molte altre compagnie. Nel 2015 ha avuto Margini migliori di Exxon,Bp,Eni,Saipem,Chevron,Tenaris,Shell,ConocoPhillips,Schlumberger.
Certo Tenaris,Exxon,Chevron,Schlumberger hanno rapporti debt/equity minori.
Ma Transocean aveva lo stesso rapporto a 0,5733 in miglioramento da 0,7189!!!
I miei dubbi sono peggiorati,sono sempre più perplesso.
Moody's da un Ba2 outlook negative. https://www.moodys.com/research/Moodys-downgrades-Transocean-to-Ba2-negative-outlook--PR_336846

Credit default swaps a 676 nel febbraio 2015 quando i bonds quotavano molto più in alto.

Analizzando il bilancio sono arrivato a tre conclusioni personali :

-il mercato non ha minimamente letto il bilancio e la bassa liquidità dei bonds sta tenendo basso il prezzo. I market makers mi stanno letteralmente prendendo in giro.
-il bilancio di Transocean è falso in bilancio completo in ogni sua riga e i market makers e le agenzie di rating sono gli unici a saperlo
-le aspettative future sul prezzo del petrolio sono così negative che ci si aspetta un default di Transocean (e dell'80% del settore petrolifero più il default di qualche Nazione).

Analizzando il bilancio 2015 si denota una certa versatilità della società nell'adattarsi a situazioni difficili.
Rispetto al 2014,nonostante un calo dei ricavi del 19,49%,nonostante un calo degli assets del 7,85%, è riuscita a ridurre del 42,17% le spese operative e di mantenimento, del 15,45% le spese di deprezzamento e ammortamento,del 17,52% le spese generali e amministrative,del 10,56% le spese per interessi , del 53,82% l'impairment loss,del 15,53% il debito totale,del 7,58% le Capex.
Ha saggiamente ridotto i dividendi del 62,57%.
Ha creato 1,444 miliardi di Free Cash Flow.
Senza contare (confronto 2014/2015) che le passivita'/attività sono passate dallo 0,5102 allo 0,4373.
Il Quoz. Di Liquidità da 1,550 a 1,793
Debt/Equity da 0,7189 a 0,5733
Debt/Ebitda da 2,624 a 2,003
Debt/Utile netto 10,279
Debt/(crediti commerciali + rimanenze + liquidità) da 1,767 a 1,823 (unica nota negativa).

Rispetto al 2011 invece
Gli asstes sono calati del 24,89%
Il debito totale è calato 37,02%
Le Capex in aumento del 105,44% (fattore negativo)
I dividendi in calo del 49,8%

Equity 2015 14,808 mld rispetto al 2014 +5,91% rispetto al 22011 -5,24%
Debito totale di 8,490 mld
Suddiviso in 7,397 mld a lungo termine e 1,093 mld a breve termine

Notare la % di utilizzo degli impianti:
2015 71%
2014 76%
2013 79%

L'efficienza dei ricavi:
2015 96%
2014 95%
2013 92%

E nell' immagine il tasso di flotta non impegnata nei prossimi anni (stime della società)


sabato 27 febbraio 2016

Diasorin analisi conto economico Q3 2015

Società dell'immunodiagnostica.

Nel confronto tra la terza trimestrale 2015 e quella del 2014 si denota :
Ricavi +13,03% 
Costo del venduto +4,37%
Margine lordo +17,41%
Spese di vendita e di marketing +8,82%
Costi di ricerca +1,25%
Spese generali e amministrative +10,92%
Quindi totali spese operative +8,3%

Altri oneri +3757,81% di cui
1,244 mln per rischi su crediti, 3,065 mln per poste patrimoniali commerciali dovute al cambio sfavorevole del Real brasiliano.

Ebit +13,89%
Proventi finanziari -1,283 mln
Utile lordo +9,62%
Utile netto +9,01%
Margine di profitto netto 18,85% (dal 19,55%)

Ricavi secondo cambi costanti/correnti
Europa e Africa +6,5%/+7,6%
Nord America+4,8%/+24,5%
Asia e Oceania+15,7%/+26,1%
Centro e Sud America -0,6%/-12%
Totale +7%/+13%

Analisi geografica del fatturato 
Europa e Africa 45,2%
Nord America 27%
Asia e Oceania 19,8%
Centro e Sud America 8%


Analisi fatturato per tecnologia
Clia +22,62%
Elisa -14,65%
Ria -50,86%
Strumenti e altri ricavi +0,47%
Diagnostica molecolare +50,77%

Composizione fatturato per tecnologia
Clia 76,7%
Elisa 11,1%
Strumenti e altri ricavi 10,4%
Ria 1%
Diagnostica molecolare 0,8%

Elementi di rilievo:
-la crescita delle vendite di Vitamina D in aumento del 14,2% (+2,5% a cambi costanti), guidata dall’accordo siglato con Quest negli Stati Uniti (terminata l'emorragia sul settore Vitamina D).
-la crescita del 27,3% (22,5% a cambi costanti) delle linee di prodotti della tecnologia CLIA, al netto della Vitamina D.
-la diminuzione delle vendite della filiale brasiliana (-6,5% in valuta locale). Tale effetto è in parte da attribuire alla generale crisi macroeconomica che sta attraversando il Paese ed in parte alla difficoltà di alcuni importanti distributori locali.
-la crescita delle vendite della filiale messicana (+7,6% in valuta locale), in controtendenza rispetto allo scorso trimestre, a seguito delle maggiori vendite di strumenti effettuate in vista della partenza di un importante tender.
-la crescita delle vendite sul mercato cinese di 43,2 punti percentuali in valuta locale, grazie al successo della piattaforma automatica LIAISON XL e ai prodotti CLIA, il cui incremento più che compensa la naturale contrazione delle vendite dei prodotti a tecnologia ELISA.
-l’incremento delle vendite della filiale australiana (+1,5% in valuta locale) che beneficia della crescita delle vendite di reagenti appartenenti alla tecnologia CLIA al netto della Vitamina D(+29,4%) che ha più che compensato il calo dei volumi di vendita di Vitamina D derivanteanche dalla riduzione dei rimborsi a seguito della riforma sanitaria. Si segnala, in particolare,la crescita della Vitamina D 1,25 e del pannello Infettività.
-la continua crescita negli Stati Uniti delle vendite relative alle specialità CLIA al netto dellaVitamina D, in aumento di 39,4 punti percentuali, anche grazie all’accordo siglato con LabCorp che riguarda principalmente i prodotti dell’Infettività e dello Screening prenatale e all’aumento delle vendite di Vitamina D 1,25.
-stabile l’andamento deimercati serviti attraverso la rete di distributori (pari al +0,3%), nonostante le tensioni socio-politiche in Russia.
-la stabilizzazione delle vendite in Francia (mercato di riferimento in calo del 7,5%)*
grazieall’incremento delle vendite CLIA che compensa l’effetto negativo della contrazione delle vendite di Vitamina D (riduzione dei rimborsi a seguito della riforma del sistema sanitario dello scorso anno).
-nel mese di luglio DiaSorin ha annunciato di aver firmato un accordo di distribuzione con Beckman Coulter Diagnostics, leader globale nella diagnostica clinica, per la commercializzazione in Cina dei test DiaSorin per l’Epatite B, C e HIV sul LIAISON XL LAS in connessione ai sistemi di automazione di Beckman Coulter, Power Express e Power Processor.
Con questo accordo DiaSorin perseguirà la propria strategia di accesso ai laboratori di grandi dimensioni in Cina (circa 8.000 ospedali di Classe IIA e III).
-nel mese di settembre DiaSorin ha lanciato 2 nuovi test di diagnostica molecolare, Iam PML-RARA Detection bcr1,3 e Iam PML-RARA Discrimination bcr2, per il mercato al di fuori degli Stati Uniti.I due test, usati insieme, permettono di accertare in maniera affidabile, completa ed estremamente veloce (15 minuti rispetto alle 4 ore normalmente necessarie), la traslocazione PMLRARA che è alla base eziopatogenetica della Leucemia Promielocitica Acuta.
-il 17 febbraio 2015 Rosa ha affermato che l'espansione "sara' trainata da M&A".  Rosa ha indicato che con il cash disponibile, l'attuale Ebitda e la potenziale leva del debito Diasorin potra' finanziare acquisizioni fino a un miliardo di euro. I deal nel settore sono pagati attualmente 13-20 volte l'Ebitda, ha aggiunto Rosa, sottolineando che Diasorin e' alla ricerca di acquisizioni complementari, piu' facili da integrare, rispetto a grandi transazioni. 

lunedì 22 febbraio 2016

Anteprima analisi bilancio Banca Carige 2015

È un bel po' di tempo che non scrivo su questo blog...spero di riiniziare con qualche spunto sui dati preliminari del bilancio 2015 Banca Carige,in vista dell'assemblea degli azionisti del 31 marzo 2016.

Nel 2015 il margine di interesse è calato del 15,9%,ovvero 63,2 milioni in meno del 2014 attestandosi a 334,4 milioni. Questo evento è dovuto in buona parte ad un calo degli interessi attivi pari al 19,09%, compensato minimamente dal calo degli interessi passivi pari al 21,95%. Il minor apporto del margine d'interesse è dovuto per 51,8 milioni alla scadenza e al rimborso di una parte del portafoglio titoli in tds governativi italiani, per 14,7 milioni ad un aumento delle sofferenze (circa 450 milioni) e per 16 milioni alle inadempienze probabili.Da notare l'aumento del margine d'interesse dell'ultimo trimestre rispetto al medesimo periodo del 2014 pari a 4,7 milioni grazie a nuove condizioni offerte all clientela ed alla chiusura di alcuni derivati di copertura.

Risultato positivo invece per le commissioni nette in aumento del 3,46%,ovvero incremento di 8,8 milioni per un totale di 263,8 milioni. Nello specifico le commissioni attive sono stabili con un +0,22%,mentre sono in calo del 14,98% le commissioni passive. Analizzando le varie componenti si apprezza un miglioramento del 19% per le commissioni di gestione,intermediazione e consulenza pari a 102,5 milioni,ma un calo dei recuperi spese su conti correnti del 9,3% (totale 112,7 milioni) e minori commissioni su incassi e pagamenti del 3,3% (totale 65,4 milioni).

Alla voce dividendi si evince un calo del 15,97%, ovvero -2,9 milioni, a causa di una riduzione della loro distribuzione da parte della quota detenuta della Banca d'Italia e dalla chiusura di alcuni Fondi Comuni nel portafoglio titoli della Carige. L'ammontare totale rimane comunque di 15,3 milioni.

Vi sono inoltre alcune voci minoritarie che sommate hanno inciso negativamente sul conto economico,come il risultato netto da attività di negoziazione passato da +5,3 milioni a -2,5 milioni;il risultato netto da attività di copertura passato da +1,9 milioni a -4,7 milioni,l'utile da cessione di crediti passato da +2,6 milioni  a -0,048 milioni.

Vi è stato un calo dell'utile dalla cessione di attività disponibili per la vendita passato da 85,6 milioni a 76,7 milioni quindi -10,42% ovvero -8,9 milioni. In tale voce sono compresi 29,4 milioni straordinari dovuti alla vendita delle quote detenute in ICBPI.

È presente un leggero miglioramento dell'utile derivante  dalla cessione delle passivita' finanziarie (+0,3 milioni ovvero +12,14%).

Il margine d'intermediazione rimane compresso a 685,8 milioni -10,86% ovvero -83,5 milioni.

Evento estremamente positivo ,per ridurre la perdita,rimane il minor peso delle rettifiche sui crediti passate da 650,4 milioni a 286 milioni -56,02% ovvero -402,7 milioni. Le rettifiche delle attività disponibili per la vendita salgono invece del 23,69% +0,3 milioni,mentre le riprese di valore di altre operazioni finanziarie passano da -22,5 milioni ad un rassicurante +16,19 milioni in aumento di circa 38,7 milioni.

Il risultato netto della gestione finanziaria risulta in vertiginoso aumemto del 336,03 milioni ovvero +319,1 milioni per uun totale di 414,1 milioni imputabile alle minor rettifiche sui crediti.

Dopo quest'ultima voce iniziano le note dolenti, le spese amministrative totali sono in calo del 3,3%. Nello specifico le spese del personale sono in calo del 15,57% ovvero -65,3 milioni. Bisogna però tener conto che nel 2014 vi erano 419,5 milioni di spese comprensive di 31,8 milioni per esodo incentivato e 27,6 milioni di incentivo una tantum;mentre nel 2015 le spese del personale sono state pari a 354,2 milioni comprensive di 21,3 milioni per esodo incentivato.
È bene tener conto di queste differenze. Infatti contando le spese  straordinarie per il personale, il rapporto costo personale/margine d'intermediazione passa da un 54,52% nel 2014 ad un 51,64% nel 2016. Escludendo le spese straordinarie invece il rapporto costo personale/margine d'intermediazione passa da un 46,81% del 2014 ad un 48,53%. Il calo del margine d'intermediazione risulta maggiore del calo dei costi.
Per quanto concerne le altre spese amministrative ,queste sono in aumento del 16,14% ovvero +42,6 milioni a causa del contributo straordinario di 42,2 milioni richiesto per il salvataggio di Banca delle Marche,Banca Popolare dell'Etruria e Lazio,Carife e Carichieti.
Tenendo conto di questa componente straordinaria il rapporto tra le altre spese/margine d'intermediazione sale dal 34,3% del 2014 al 44,69% del 2015.
Eliminando invece la parte straordinaria il rapporto altre spese/margine d'intermediazione passa da un 34,3% del 2014 ad un 38,52% del 2015; comunque in aumento sempre a causa dell'eccessivo calo del margine d'intermediazione. Si denota quindi come un calo dei costi non supportato da un rallentamento del declino del margine d'intermediazione e nello specifico degli interessi attivi non implichi alcuna svolta in termini di utile lordo positivo. Servirebbe anzi un rilancio significativo degli interessi attivi magari modificando la politica d'investimento sul medio termine del portafoglio titoli ed incentivando persino un maggior uso del trading sui tds italiani.
La stessa entrata della Banca Carige nel settore dell'acquisizione,gestione ed infine vendita degli Non performing loans potrebbe portare ad una maggior conoscenza e quindi know how specifico su tale ramo volto da un lato nel migliorare l'amministrazione dei crediti deteriorati detenuti attualmente dalla banca dall'altro volto a comprare pacchetti di sofferenze,inadempienze probabili e past due a prezzi scontati sfruttando l'attuale momento di mercato. Una tale strategia dovrebbe essere avanzata usando in buona parte risorse umane,attentamente valutate, interne alla società al fine di ricollocare il personale in eccesso in alcune filiali e non usufruire di consulenze esterne che farebbero velocemente lievitare i costi.

Gli accantonamenti netti per rischi fondi ed oneri salgono del 8,88% ovvero +4,4 milioni.
Notare un leggero calo del 1,72% ovvero -0,9 milioni delle rettifiche di attività materiali e immateriali. In calo però del 8,8% ovvero -9,5 milioni gli altri proventi di gestione.

In totale quindi i costi operativi sono in calo del 1,53% ovvero -9,6 milioni.

L'utile derivante da partecipazioni risulta in aumento del 34,47% pari a +1,7 milioni.
Rispetto al 2014 inoltre non sono prsenti 15,9 milioni di rettifiche dell'avviamento.

L'utile lordo negativo passa da un -547,2 milioni del 2014 ad un -200,6 milioni del 2015 in miglioramento di 346,6 milioni, quindi del 63,34%. Nonostante ciò risulta estremamente difficile tornare in utile positivo.

Le imposte accreditate passano da 163,1 milioni a 82,2 milioni quindi in calo del 49,57% pari a -80,8 milioni. Tale credito d'imposta porta un miglioramento dei conti.
Infatti l'utile netto negativo passa da -384,1 milioni nel 2014 a -118,3 milioni nel 2015 in miglioramento del 69,19% ovvero 265,7 milioni.

Vi è anche una componente straordinaria di 71,2 milioni (riferibileper 68 milioni alla cessione del gruppo  assicurativo) in distinzione dai -162,8 milioni del 2014. Tale voce porta ad un utile netto negativo totale di -47,1 milioni in miglioramento del 91,38% (ovvero  miglioramento di 499,8 milioni)rispetto ai -546,9 milioni del 2014.

Per quanto concerne lo stato patrimoniale, è da segnalare un calo della raccolta diretta pari a -12,69% che passa da 26,8 miliardi del 2014 a 23,4 miliardi del 2015. Questa è suddivisa per 18,1 miliardi nella parte Retail (77,35% del totale) e per 5,3 miliardi nella parte Institutional (22,65% del totale). La parte Retail  in calo del 7,18% è a sua volta suddivisa in una componente a Medio/Lungo termine (22,65%) in diminuzione del 24,07% e in una componente a Breve termine (77,35%) in leggero decremento dello 0,71%. La variazione consistente della componente a Medio/Lungo termine è imputabile ad un  deflusso netto delle obbligazioni pari a 1,1 miliardi.
La leggera variazione su base annuale della componente a Breve termine è imputabile sia ad una manovra di riduzione del costo del funding,ma, come sottolineato dal raffronto tra il terzo trimestre e il quarto trimestre 2015 che evidenzia un calo del 6,67% ovvero circa  1 miliardo  , all'introduzione della direttiva BRRD.
La parte Institutional è in calo del 27,4% (-1,8 miliardi dovuti a minori operazioni pronti contro termine con società finanziarie). Anch'essa si suddivide in una componente a Medio/Lungo termine (90,57%) -2,04% e una componente a Breve termine (9,43%) -79,17%.

La raccolta indiretta è anch'essa in calo del 4,37% passando da 22,9 miliardi del 2014 a 21,9 miliardi del 2015. È suddivisa nel risparmio gestito del valore di 11 miliardi in calo del 3,51% ove si osservano i seguenti andamenti:
-Fondi comuni da 6 miliardi nel 2014 a 5,4 miliardi nel 2015 -10%
-Bancassurance da 4,6 miliardi nel 2014 a 5,1 miliardi nel 2015 +10,87%
-Gestione patrimoniali da 0,7 miliardi nel 2014 a 0,5 miliardinel 2015 -28,57%

Il risparmio amministrato della raccolta indiretta pari a 10,8 miliardi , a causa dell'indecisione societaria sulla valorizzazione della Banca Cesare Ponti immessa a bilancio dapprima come attività disponibile per la vendita e successivamente riallocata come componente indispensabile per il private banking, mostra un calo del 6,09%. Di questi 10,8 miliardi la parte riferibile alla clientela ordinaria è pari a 5,6 miliardi.
Risulta quindi fondamentale che la banca dia nuova verve a questo ramo,sia scegliendo tra le linee interne personale idoneo per dare slancio alle masse gestite sia acquisendo gestori provenienti da altre realtà finanziarie.

Si segnala infine che il portafoglio titoli è costituito per il 90% da titoli di stato governativi italiani con duration media di 2,3 anni  che passano dai 2,7 miliardi del 2014 ai 3,4 miliardi del 2015 +25,93%. Bisogna altresi annotare che dal terzo trimestre 2015 al quarto trimestre 2015 sono in calo da 3,8 miliardi a 3,4 miliardi -10,53%.

La terza analisi riguarda nello specifico la situazione creditizia.

Le sofferenze sono suddivise geograficamente :
-Nord 65%
-Sud 26%
-Sud e Isole 9%

Il 54% delle sofferenze ha un importo pari a meno di 1 milione di euro e rappresenta il 97% delle posizioni. Risulta preoccupante il fatto che il 3% delle posizioni rappresenti il 46% delle sofferenze sopra 1 milione di euro.

Il 69% delle sofferenze possiede una garanzia ipotecaria,mentre il restante 31% ha una garanzia chirografica (non vi è alcuna garanzia). Il Coverage ratio delle sofferenze con garanzia ipotecaria è pari al 52% mentre quello delle sofferenze con garanzia chirografica a pari al 80%.

Il costo del rischio di credito è passato da una media trimestrale del 2014 di 64 bps ad una media trimestrale del 2015 di 33 bps. Il totale nel 2015 è di 134 bps.

Gli impieghi totali lordi sono in calo del 9,56%. Sono suddivisi in una parte Retail ,pari al 93,06% del totale, che è passata da 22,7 miliardi a 22,8 miliardi +0,44% ed in una parte Institutional ,pari al 6,94% del totale, che è passata da 4,4 miliardi a 1,7 miliardi -61,36%.
Negli impieghi Retail sio6no presenti 7,1 miliardi di mutui presso Privati (+408 milioni) e 11,7 miliardi di mutui presso Imprese (+1,2 miliardi).

Raffronto tra la quarta trimestrale 2015 (Q4) e la prima (Q1) e la terza trimestrale (Q3) 2015.
                                                                 
-Crediti totali lordi Q1 -3,73%/ Q3 -1,02%
-Crediti totali netti Q1 -4,85%/ Q3 -1,49% la differenza rispetto ai crediti totali lordi evidenzia una discrepanza dovuta alle rettifiche.
-Coverage ratio dei crediti deteriorati Q4 42,44%/ Q1 39,74%/ Q3 41,07% aumento che determina una maggior copertura.
-Crediti deteriorati netti/crediti totali netti Q4 18,50%/ Q1 18,20%/ Q3 18,40% si evidenzia un aumento percentuale dei crediti deteriorati netti sul totale dei crediti netti. Questo implica un aumento del rischio per il portafoglio creditizio.
-Crediti deteriorati netti Q1 -4,38%/ Q3 -2,04% in calo,ma in aumento (vedi riga sovrastante) sul totale.
-Rettifiche crediti deteriorati netti Q1 +6,92%/ Q3 +3,64%.
-Sofferenze nette/crediti netti Q4 6,48%/ Q1 5,83%/ Q3 6,37% mostra come  la percentuale delle sofferenze stia aumentando.
-Sofferenze nette/crediti deteriorati netti Q4 35,4%/ Q1 32,05%/ Q3 34,65% le sofferenze rappresentano poco più di un terzo dei crediti deteriorati netti.
-Sofferenze nette Q1 +5,63%/ Q3 +0,09% sono quindi in aumento nonostante le sottostanti rettifiche.
-Rettifiche sofferenze nette Q1 +13,04%/ Q3 +5,24%.
-Coverage ratio delle sofferenze Q4 60,4%/ Q1 58,76%/ Q3 59,19% in aumento.
-Inadempienze probabili nette/crediti netti Q4 10,71%/ Q1 11,7%/ Q3 10,92% in calo, vi è quindi una minor componente di inadempienze trasformabili in sofferenze.
-Inadempienze probabili nette/crediti deteriorati netti Q4 58,57%/ Q1 64,27%/ Q3 59,37% calo riferibile primariamente ad una  trasformazione in sofferenze (visto il calo dei crediti netti in bonis) secondariamente ad accordi di ristrutturazione pari 1,4 miliardi su 1,696 miliardi che hanno inciso negativamente per 26 milioni sulle rettifiche e negativamente per 16 milioni sul margine d'interesse. Tale manovra però è idonea,visto l'obbiettivo della Banca Carige di ridurre il rischio creditizio.
-Inadempienze probabili nette Q1 -12,86%/ Q3 -3,35%.
-Rettifiche inadempienze probabili nette Q1 8,82%/ Q3 -0,64%.
-Coverage ratio inadempienze probabili nette Q4 24,19%/ Q1 23,37%/ Q3 23,68% in leggero miglioramento.
-Past due netti Q1 +56,78%.
-Rettifiche Past due netti Q1 +49,64%.
-Coverage ratio Past due netti Q4 14,85%/ Q1 15,45%/ Q3 14,41%.
-Crediti in bonis lordi Q1 -5,14%/ Q3 -1,52%.
-Crediti in bonis netti Q1 -4,96%/ Q3 -1,36%.
-Coverage ratio crediti in bonis netti Q4 0,83%/ Q1 1,02%/ Q3 0,98%

Nb: Dopo un'attenta analisi si evince che via sia stato un lento,ma inesorabile, passaggio di una parte dei crediti in bonis alle inadempienze probabili e da queste alle sofferenze.